Roma, Fonseca c'è il derby ma è solo per l'orgoglio

Roma, Fonseca c'è il derby ma è solo per l'orgoglio
di Alessandro Angeloni
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Sabato 15 Maggio 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 17:44

Cosa resta, del resto? Un po’ di orgoglio. Quello, quello e basta. L’orgoglio che ti porta a vincere un derby e che ti lascia almeno settimo (magra consolazione), in Conference League e non scavalcato dal gradevole Sassuolo di De Zerbi, che sta lì dietro, appollaiato, aspettando l’ennesimo passo falso della blasonata Roma. Paulo Fonseca, mentre la società sta progettando il futuro (fitti i contatti con Mourinho) è all’ultima partita all’Olimpico, gioca il derby alla penultima, quando il suo primo è stato alla seconda di campionato. Mai una vittoria contro la Lazio, due pareggi e una sconfitta fragorosa, quella dell’andata. Non ci sarà il pubblico, è ancora presto, ma avrà dalla sua quei quasi 50 mila tifosi virtuali che hanno acquistato il tagliando, sposando l’iniziativa della Roma (per sostenere Roma Cares “Inside the derby”, sono stati messi in vendita biglietti a due euro per sostenere il progetto “A Scuola di tifo” e per realizzare una coreografia). 

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Mourinho guarda e studia, come abbiamo visto dai suoi messaggi social. La Roma gioca come giocherà con lui, con un 4-2-3-1. Fonseca se ne va e la sua Roma ha fatto vedere solo a sprazzi un calcio gradevole. Per colpa degli assenti, ribadisce, ma tutte le squadre, chi più chi meno chi prima e chi dopo, ne hanno avuti. Ha pesato, forse, la tragica gestione del caso Dzeko. Ma tutto questo ora non conta più, il passato è andato: tra una settimana è futuro, anzi già lo è ora.

C’è una partita da giocare, e bene. Quella di stasera. Contro la Lazio che ha una minima motivazione in più. C’è da battere, finalmente, una concorrente diretta. Serve un’impennata, che sia l’ultima. E’ chiaro che Fonseca, da solo, non potrà fare nulla, tocca ai giocatori ricordare il derby di andata e pensare al futuro, Mourinho, che forse è il dodicesimo uomo per questa sera: la città è impazzita, dopo il murale, la birra e una via a lui dedicata.

I giocatori lo aspettano e come noto sono molto sensibili a certe dinamiche: inconsciamente danno qualcosa in più. L’unico che sa già di essere sostituito è Fonseca, ma questo è noto. «Lascio con il grande orgoglio per essere stato qui alla Roma. Non c’è un sentimento di ingiustizia, mi porto il rispetto di tutti e la simpatia dei tifosi». Questo il suo testamento verbale, ora serve una vittoria. Che arriverà se la Roma sarà capace di non adottare la stessa strategia, suicida, della gara di andata. «Penso che la Lazio giocherà come sempre, cercando il contropiede e gli attaccanti per uscire velocemente. Abbiamo preparato la partita per non permettere questi momenti alla Lazio, cambiando strategia. Voglio una Roma più equilibrata», ancora Paulo.

SI SCALDA FUZATO... E RUI
Un paio di dubbi. Uno in porta: Mirante non sta bene (ha un problema al dito), pronto Fuzato. Pau Lopez è out. Ma nessuno dei tre farà parte della Roma del futuro, Mourinho pensa, tra gli altri, a Rui Patricio, del Wolverhampton. Un altro dubbio in attacco: Pedro non è al meglio, si scalda El Shaarawy. Dzeko dovrebbe avere la meglio su Mayoral, così come Darboe su Villar. 

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