Roma, Fonseca: «Lascio con orgoglio. Sono il principale responsabile di quello che è accaduto»

Roma, Fonseca: «Lascio con orgoglio. Sono il principale responsabile di quello che è accaduto»
di Gianluca Lengua
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Venerdì 14 Maggio 2021, 14:31 - Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 10:23

Paulo Fonseca domani giocherà l’ultimo derby e la sua ultima partita all’Olimpico. Il tecnico sarà rimpiazzato da Josè Mourinho, ma dice addio con il sorriso: «Lascio sopratutto con grande orgoglio di essere stato per due anni allenatore della Roma. A volte c’è un sentimento di ingiustizia, ma io non lo provo. C’è grande orgoglio di essere stato allenatore della Roma in questi due anni, aver avuto il rispetto e ammirazione di tutti e dei tifosi». Ecco le sue parole in conferenza stampa. 

La fase difensiva. «Sappiamo come giocava l’Inter, volevamo difendere bassi e avere l’iniziativa.

L’abbiamo avuta, nel secondo tempo e siamo stati nella loro metà campo, ma è una misura rischiosa e l’Inter può farti male in contropiede. Noi non abbiamo reagito bene, non abbiamo fatto la marcatura preventiva e permesso all’Inter di fare quello che voleva. Lukaku usciva in contropiede e la squadra ha reagito tardi. Quando sbagliamo le altre squadre fanno gol, abbiamo giocato con due moduli, questo è il più rischioso, lo sappiamo ma dobbiamo contrapporci al tipo di gioco delle altre squadre». 

La Lazio. «Abbiamo preparato la partita in maniera diversa, nell'ultima abbiamo pressato alto, sul primo momento di impostazione ma loro sono usciti in contropiede. Abbiamo preparato la partita per non far uscire la Lazio in contropiede con Luis Alberto, Correa, Savic e i terzini».

Roma più equilibrata. «Vogliamo essere una squadra più equilibrata in tutti i momenti, la Lazio è pericolosa in contropiede».

Il divario con la Lazio. «Principalmente è stata una stagione difficile con infortuni a giocatori importanti. Se li avessimo avuti, saremmo potuti arrivare in altre posizioni».

Rimpianti. «Lascio sopratutto con grande orgoglio di essere stato per due anni allenatore della Roma. A volte c’è un sentimento di ingiustizia, ma io non lo provo. C’è grande orgoglio di essere stato allenatore della Roma in questi due anni, aver avuto il rispetto e ammirazione di tutti e dei tifosi». 

Le motivazioni. «Quando vinciamo o perdiamo faccio sempre molte domande. Io sono il principale responsabile di quello che accade alla squadra. Sono sempre il primo a cercare una soluzione per non fare gli errori, per lavorare e imparare».

La difesa a tre. «Giocheremo a quattro».

I gol incassati. «Non è stato solo un problema della difesa, ma della squadra. Ha inciso non aver avuto Smalling durante tutta la stagione perché è il difensore più esperto. Abbiamo giocato molte volte con i giovani. La Roma non è una squadra che lascia agli avversari molte situazioni, ma ci sono stati tanti errori. Molti dei gol presi sono arrivati per errori nostri piuttosto che per costruzione dell’avversario. Non abbiamo mai avuto tutti i difensori pronti e l’assenza di Smalling è stata determinante». 

Squadra matura. «La Lazio giocherà come sempre facendo il contropiede, l’uscite rapida, dando palla a Immobile e Correa per uscire velocemente. Mi aspetto la stessa squadra di sempre».

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Il ritorno alla difesa a quattro. «Avevamo pronti due moduli e la scelta dipende dalla risposta della squadra. Con il Manchester abbiamo cambiato e la squadra ha risposto bene, questi cambi si fanno anche per dare motivazione e nuove dinamiche. Adesso non ha senso cambiare nuovamente».

Le emozioni del derby. «La motivazione è la stessa dell’inizio. Cambia avere i tifosi, è stato bello quello che ho vissuto nel derby. I derby sono una cosa unica, difficile da spiegare. Domani non li avremo, ma noi avremo la stessa motivazione, sarà una partita importante per tutti noi. I giocatori saranno motivati anche senza tifosi». 

Come sta la squadra. «Non c’è stato tempo per recuperare tutti». 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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