​Roma, la partita doppia di Friedkin: firma con Pallotta e intesa con l'Uefa

Friedkin
di Ugo Trani
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Domenica 8 Marzo 2020, 07:30
New York chiama Roma e il lavoro continua su due fronti. Le firme non sono ancora arrivate, ma Pallotta e Friedkin, soprattutto i loro advisor e i rispettivi legali, non si sono mai fermati. L’obiettivo, del resto, è comune: il signing. Che può arrivare anche presto: oggi, domani, a ore insomma. O più avanti, aspettando fino al nuovo weekend. La complessità della negoziazione, con 12 società coinvolte, impone verifiche capillari. E, nella circostanza, pure ambientali. Perché, vista dagli Usa e comunque dall’estero, l’attuale situazione in Italia fa un certo effetto (negativo) e di conseguenza preoccupa chi è pronto per lo sbarco: il texano s’informa, chiamando l’attuale presidente e soprattutto chi vive nella Capitale. Le carte però sono pronte, così come il piano da mettere in atto per il club, in attesa del closing per il quale i tempi non saranno lunghissimi (9 anni fa passarono 4 mesi). Qualche settimana, non di più. Da prendere di petto in fretta sono invece i conti dell’ultima semestrale. Che non aiutano la programmazione sportiva, al momento senza la certezza di partecipare alla prossima Champions. In questo senso la posizione di Agnelli, sul futuro format della massima competizione continentale, è diventata la stella cometa della nuova proprietà Usa. Il presidente della Juve e dell’Eca ha chiamato in causa proprio i giallorossi constatando come non sia giusto che una società, capace negli ultimi anni di mantenere alto il ranking dell’Italia, dopo una stagione deludente fosse fuori senza veder tutelati i propri investimenti.

PARACADUTE CERCASI
La priorità non è però la Superlega quanto bypassare - in caso di mancato ottenimento della Champions per il 2° anno di fila - le stringenti norme del Fair Play Finanziario: perdendo 70 milioni (ricavi da botteghino, sponsorizzazioni e traguardi sportivi) sarebbe necessario avere più tempo per rientrare nei paletti posti dalla Uefa. Una sorta di paracadute che ad esempio la serie A già prevede per le squadre che retrocedono in B. Così, quando sarà ufficiale il passaggio tra Pallotta e Friedkin, con una semestrale chiusa con -87 milioni e una previsione per giugno di (almeno) -110, diventerà fondamentale capire come far fronte ai parametri del FFP (poi meno ingombranti dal 2021). La vecchia strada delle plusvalenze sarà parzialmente percorribile. Da escludere che il nuovo proprietario possa presentarsi con la cessione di Zaniolo o Pellegrini: non sarebbe certo il miglior biglietto da visita. Il tycoon dovrà insomma cercare un’intesa. Che difficilmente passerà, a meno di deroghe, per la possibilità di usufruire del Voluntary Agreement che la Uefa concede, su richiesta, ai club che hanno appena cambiato proprietario (stagione in corso): la Roma, essendo stata negli ultimi tre esercizi oggetto di monitoraggio e avendo già fatto parte di un accordo volontario, non può accedervi di nuovo prima della stagione 2021-22. La carta di riserva potrebbe diventare l’aumento di capitale in atto (Pallotta ha già versato 80 milioni e Friedkin ne metterà subito 30 per coprire le perdite, poi altri 20 sul totale di 150). Di solito non viene considerata, ma anticiparne il completamento (c’è tempo sino a dicembre 2021) passerebbe come segnale di buona volontà in ottica risanamento.
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