Roma, l'ultima chiamata: anche Fonseca sotto esame

Fonseca (foto Mancini)
di Ugo Trani
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Mercoledì 8 Luglio 2020, 07:30
La classifica da migliorare e la panchina da difendere: l’obiettivo è doppio per Fonseca contro il Parma all’Olimpico (ore 21,45). La striscia negativa della Roma incide sulla posizione del portoghese. Che si ritrova improvvisamente sotto i riflettori e anche sotto Pioli. Il club giallorosso è pronto a mettere in discussione il tecnico, ultimamente confuso e disorientato nella preparazione e nella lettura di ogni partita. Fiducia a tempo. Si deve riabilitare stasera e sabato a Brescia: match decisivi per la squadra e soprattutto per lui. Le 3 sconfitte di fila hanno lasciato il segno. Il tris non è inedito, già nelle prime 2 settimane di febbraio i giallorossi finirono ko contro il Sassuolo, il Bologna e l’Atalanta. Si sono ripetuti contro il Milan, l’Udinese e il Napoli. Fatale la nuova frenata: fuori dalla zona Champions. Adesso c’è da replicare ai rossoneri, saliti al 5° posto (sono a + 1 e in vantaggio negli scontri diretti), con il controsorpasso per evitare i preliminari della prossima Europa League: Gattuso è al 7°, ma già qualificato.

ANNO ORRIBILE
Anche il Parma si presenta con il suo triplete: 3 sconfitte consecutive contro l’Inter, il Verona e la Fiorentina. La Roma, crollata dopo il lockdown, è come se si fosse chiamata fuori nel 2020, perdendo più della metà delle gare: 9 ko in 17 match (8 in campionato) da gennaio. «Abbiamo però superato il turno in Europa League». Fonseca si fa forza, ma sa che è necessaria la virata: «Esiste un problema su cui stiamo lavorando per cambiare. Qui le sconfitte sono molto pesanti e la squadra ha difficoltà a recuperare dopo una sconfitta. Da quella di Napoli ho avuto segnali: credo che faremo meglio contro il Parma». Lunedì ha parlato con i giocatori, dzando la priorità all’aspetto mentale: «A loro devo far capire che una sconfitta è solo una sconfitta. Va sempre analizzata, senza però che influenzi il futuro». La testa e nient’altro: «Confermo: non c’entra la condizione fisica». Tatticamente il 4-2-3-1 si è confermato vulnerabile: a Napoli ha schierato 5 difensori, subendo comunque 14 tiri. La soluzione sarà riproposta, ma andrà perfezionata.

PETTO IN FUORI
«Non mi da alcun fastidio ascoltare o leggere i nomi dei possibili sostituti». L’orgoglio del portoghese che, senza cercare giustificazioni, evita di anticipare il bilancio del suo primo anno in Italia: i punti sono gli stessi, dopo 30 giornate, dello scorso campionato (48), in cui di Francesco lasciò il posto a Ranieri. «Non è giusto fare paragoni con le altre stagioni. Anche io non posso parlare delle precedenti perché non ne conosco profondamente la realtà. Io so che in questa abbiamo cambiato tanto e fatto tante cose bene. La mia unica preoccupazione è tornare a fare tutto bene. Non dobbiamo dimenticare che siamo all’inizio di un progetto. Conosco tanti allenatori che ora sono vincenti, ma che in partenza non hanno vinto niente».

STOP ALLA GIOSTRA
«Ribadisco che contro il Parma non cambierò molto». Niente più turnover extralarge come è successo contro l’Udinese (8 novità) e ancora di più contro il Napoli (10). Fonseca si dovrebbe fermare a 3: Cristante, Kolarov e Perez. E Zaniolo partirà ancora dalla panchina: «Non sarà titolare perché non dobbiamo dimenticare quanto tempo è stato fermo. Serve attenzione. Se è venuto con noi al san Paolo, sta a significare che era pronto per rientrare. Ha giocato il tempo giusto, attualmente ha trenta minuti di autonomia perché non è nella migliore condizione fisica». Sull’1-1 ha insomma regalato un uomo a Gattuso.
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