Roma, l'occasione per diventare grande

Dzeko
di Ugo Trani
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Domenica 12 Gennaio 2020, 07:30
Alla fine del girone d’andata, l’ostacolo peggiore: la Roma, per chiuderlo al 4° posto (l’Atalanta, dopo il pari di San Siro, ha gli stessi punti, ma è avanti per la differenza reti), non può sbagliare contro la Juve che, campione d’Italia per 8 stagioni di fila, si presenta nella Capitale con l’obiettivo del sorpasso sull’Inter capolista (+1). L’Olimpico, con 60 mila spettatori, fa la sua parte: la cornice è da grande evento e sapore antico. I 10 punti di distanza in classifica, però, rendono chiaro il compito dei giallorossi che non sono ancora riusciti a vincere contro nessuna delle big (e delle prime 7). Non c’è, quindi, da temere solo Cristiano Ronaldo, ma la squadra che in 18 partite di campionato è caduta, poco più di un mese fa e proprio in questo stadio, solo contro la Lazio.

TRACCIA SIMILE
La Roma si ritrova davanti Sarri, prima opzione della proprietà Usa dopo l’addio a Ranieri. La società giallorossa provò a prenderlo dal Chelsea. E con Higuain, il suo centravanti preferito che però da Londra ha fatto lo stesso percorso. La Juve è stata più convincente, come l’Inter con Conte, ma la scelta di Fonseca si avvicina al progetto iniziale. Il portoghese, capace in fretta di adattarsi al nostro calcio, ha avuto il merito di convincere il gruppo a seguire la sua impronta propositiva e coinvolgente. E a metà dicembre, la prima parte del suo raccolto: oltre alla qualificazione ai sedicesimi di Europa League, è entrato in zona Champions. Da difendere fino al traguardo.

PRECEDENTE INTRIGANTE
Fonseca è stato già capace di fermare Sarri, eliminandolo dall’edizione 2018 della Champions. E, con l’impresa dello Shakhtar Donetsk nella fase a gironi, il 6 dicembre 2017 diventò Zorro, battendo il City a Kharkhiv (2-1). Indossò la maschera per aver superato Guardiola, ma quella sera, con il successo, lasciò fuori dagli ottavi l’attuale allenatore della Juve, all’epoca al Napoli. Nelle 2 sfide del gruppo F, una vittoria a testa. Il portoghese festeggiò all’andata, il 13 settembre in Ucraina (2-1), il collega al ritorno, il 21 novembre al San Paolo (3-0), senza rinnegare i rispettivi copioni: 4-2-3-1 per Paulo e 4-3-3 per Maurizio. A fare da trait d’union tra i match di coppa e questo c’è, oltre la traccia coraggiosa, Diawara, regista partenopeo e oggi titolare della Roma.

STIL NOVO
C’è, dunque, il rispetto di Sarri. E quello di Fonseca, tentato dalla novità della difesa a 3, anche se non coincide con la sua idea di calcio. Ma, dopo il ko di domenica scorsa contro il Torino, è possibile la virata per ritrovare l’equilibrio e l’efficacia: dentro Cetin e fuori Perotti. Accadde più o meno lo stesso prima della partita del 25 settembre contro l’Atalanta, sempre all’Olimpico: la Roma, in quel match, partì con i 4 in linea e dopo 10 minuti l’allenatore passò a 3 con Smalling, Fazio e Kolarov. Spinazzola, inizialmente terzino destro salì da esterno di centrocampo a sinistra. Se la modifica sarà ufficiale, stasera la vedremo già in partenza. La presenza di Cetin, pronto a scivolare sulla destra, non esclude poi il ritorno al 4-2-3-1 in corsa. Il 3-4-2-1, comunque, avrebbe senso pure in fase offensiva, con Zaniolo e Pellegrini più vicini a Dzeko e alla porta bianconera. E in pressing su Bonucci, Pjanic e Demiral. Se, invece, giocherà Perotti, ecco la stessa formazione utilizzata contro la Fiorentina e il Torino. Il portoghese tra i 20 convocati inserisce Bruno Peres e ritrova Cristante. Ancora 7 gli indisponibili: Zappacosta, Santon, Fazio, Pastore, Kluivert, Mkhitaryan e Antonucci. Sarri, invece, può confermare quella del poker al Cagliari.
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