Roma, Friedkin c'è ma Pallotta deve abbassare le pretese. I dubbi di Dan: bilancio in rosso e incertezza sul futuro

Roma, Friedkin c'è ma Pallotta deve abbassare le pretese. I dubbi di Dan: bilancio in rosso e incertezza sul futuro
di Gianluca Lengua
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Mercoledì 20 Maggio 2020, 12:04 - Ultimo aggiornamento: 12:51
Se James Pallotta potesse tornare a qualche mese fa è sicuro che non tirerebbe la corda più del dovuto con Dan Friedkin, cercando di vendere la Roma a una cifra oggi fuori mercato (700 milioni) per guadagnare una sostanziosa plusvalenza. Inutile, però, piangere sul latte versato anche perché Jim sta pagando già caro la sua discutibile visione sul futuro ritrovandosi tra le mani un club con un indebitamento finanziario consolidato arrivato a 278,5 milioni di euro. L’emergenza Covid-19 ha messo solo in stand-by la trattativa - fanno sapere sull’asse Roma-Houston -, perché prima di procedere ad un eventuale acquisto, l’imprenditore di origine californiane ha intenzione di capire che direzione prenderà il calcio italiano, se la Roma si qualificherà alla prossima Champions League e, soprattutto, analizzare il bilancio che verrà presentato il prossimo 30 giugno. Come tutti i businessmen, Friedkin sta pagando le conseguenze della crisi sanitaria che ha colpito il mondo, ma non essendo uno speculatore che lavora esclusivamente sui mercati finanziari ha un piano di ripresa per restituire linfa vitale a ognuno dei suoi asset. Dal cinema, alle auto, passando per gli hotel di lusso, il golf e l’aviazione: per ogni settore c’è un piano che sarà attuato non appena gli Stati Uniti (e il mondo) si metteranno alle spalle la tragedia Coronavirus (1,570,583 di contagiati e 93,533 decessi solo negli Usa).

Il prezzo per acquisire la Roma si è notevolmente abbassato rispetto a gennaio (400 milioni), ma Pallotta ha comunque l’esigenza di vendere sia perché i suoi soci hanno chiesto indietro il capitale investito inizialmente con gli interessi, sia perché il progetto stadio è ormai una chimera. Mantenere la squadra sugli standard di qualche anno fa (qualificazione in Champions League) è diventato troppo oneroso, inoltre, il monte ingaggi ha raggiunto livelli troppo alti per via di alcune scelte passate rivelatesi sbagliate nell’acquistare calciatori con stipendi da top-player, ma dalla scarsa resa. Inoltre, sarà complicato trattenere gioielli come Zaniolo e Pellegrini che subiranno il fascino di squadre più ricche (vedi i club di Premier League) pronte ad offrire ingaggi stellari impossibili da pareggiare. Per il 26 giugno è stata convocata l’assemblea degli azionisti perché c’è stata una riduzione del capitale sociale – per perdite d’esercizio – di oltre un terzo e oltre il limite di legge per il tipo societario. In quella sede l’amministratore delegato Guido Fienga e il vicepresidente Mauro Baldissoni, avranno il compito di aggiornare i presenti sulla situazione finanziaria del club e presentare un piano industriale sostenibile che possa rilanciare la società.
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