RISPETTO A DIFRA
Cambiano i tempi e i contesti. Di Francesco, dopo venticinque partite dello scorso campionato era nella stessa posizione in classifica di Fonseca ma con due punti in più, 44. Che non sono bastati per restare in sella: la doppia sconfitta con Porto e Lazio gli è costata la panchina. Fonseca non rischia certo il posto, questo almeno viene trasmesso da Trigoria, ma in questa settimana si gioca un bel pezzo della sua stagione. Domani c’è la trasferta in Belgio, contro il Gent, ritorno dei sedicesimi di Europa League, con un’andata vinta solo per 1-0 senza convincere troppo. Quel risultato può essere sufficiente, ma la qualificazione agli ottavi non può essere scontata, visto l’esiguo punteggio della prima sfida. Molti, soprattutto Fonseca, speravano nella classica passeggiata turistica in Belgio, per gestire le forze in vista del campionato. Ma la Roma, come noto, si è maledettamente complicata la vita in questi ultimi due mesi, nei quali ha abbassato il rendimento e limitato gli obiettivi e anche la gara di andata è stata a rischio, la Roma ha rischiato il pari beffa. Un’eliminazione dall’ultimo trofeo rimasto (la Coppa Italia è terminata allo Stadium), creerebbe dei fastidi non previsti, nel gruppo e in società. Di positivo c’è la prestazione confortante con il Lecce, che fa ben sperare per l’appuntamento di domani e per Cagliari. Pure in campionato, la Roma si gioca molto contro Nainggolan e compagni: i punti dall’Atalanta sono al momento 3, ma i bergamaschi devono recuperare la sfida con il Sassuolo. Perdere in Sardegna (la formazione di Gasperini è impegnata a Lecce) significherebbe compromettere ancora di più la possibilità di raggiungere il quarto posto. Lì non si può più sbagliare.
INTENSO
Fonseca si è detto fiducioso, alleggerendo le responsabilità ai giocatori con quel “il quinto posto non sarebbe un fallimento”, dunque liberando i suoi ragazzi dalle paure. Se è stata una mossa psicologica studiata a tavolino, è sicuramente apprezzabile, ma la mancata qualificazione alla Champions sì che sarebbe un fallimento, economico e tecnico. Senza i soldi della massima competizione europea, sarebbe un bel problema per tutti: l’ipotesi cessioni illustri aumenterebbe e anche il nuovo proprietario, Friedkin comincerebbe con un macigno non immaginabile a dicembre, all’epoca dell’innamoramento per l’affaire Roma. Si ritornerebbe all’anno zero, l’ennesimo. Da un anno (zero) all’altro. E come spesso si dice in questi casi, tutti saranno messi in discussione, dai giocatori ai dirigenti, fino all’allenatore. E la rivoluzione, in questo caso, non sarà/sarebbe solo culturale.
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