Roma, Fonseca: «Le grandi squadre non cambiano identità. Troppi errori individuali, ma non siamo depressi»

Roma, Fonseca: «Le grandi squadre non cambiano identità. Troppi errori individuali, ma non siamo depressi»
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Martedì 2 Marzo 2021, 14:42 - Ultimo aggiornamento: 14:59

Paulo Fonseca a 360 gradi. Il tecnico spiega i motivi della sconfitta contro il Milan difendendo sia il suo operato che quello della squadra. Troppi errori individuali secondo l'allenatore, nessuna responsabilità, invece, alla sua idea di calcio: «L’identità delle grandi squadre non deve cambiare in base ai risultati. Facciamo troppi errori, perdiamo palla e abbiamo permesso al Milan di creare». Ecco la conferenza integrale del tecnico. 

La difesa. «I numeri dicono che la difesa è in difficoltà.

La squadra ha subito più gol di quelli che vorremmo prendere. Nell’ultima partita, quante volte il Milan ha creato occasioni pericolose? In questo la squadra è stata molto equilibrata, non gli abbiamo permesso di organizzarsi. Siamo noi che creiamo i problemi: facciamo errori, perdiamo palla e abbiamo permesso al Milan di creare. Questo è accaduto anche in altre partite, non è un problema di organizzazione, ma di decisioni e di perdita di palloni. Possiamo anche dire che se sbagliamo in questo momento è perché giochiamo in questo modo. Bisogna capire se la squadra quando ha pressione può o non può giocare. Con il Milan non abbiamo avuto grande pressione e abbiamo sbagliato perché abbiamo fatto degli errori. Non è un problema di organizzazione difensiva. Stiamo migliorando questo aspetto, perché nell’organizzazione difensiva non abbiamo grandi problemi. Kumbulla? È pronto a giocare, domani sarà titolare. Smalling sarà convocato, ma non è nella migliore condizione fisica per giocare 90 minuti». 

Turnover. «È vero che abbiamo avuto tante partite e ho cercato di gestire l’attaccante e i mediani. Con tanti difensori infortunati è difficile gestire Karsdorp, Spinazzola, Cristante e Mancini. Gli altri giocatori stanno tornando e con la Fiorentina faremo due/tre cambi».

Il portiere. «Sarà Pau Lopez». 

Mayoral. «Giocherà titolare. Non possiamo dimenticare che il calcio italiano è difficile per tutti gli attaccanti. È un giovane arrivato adesso, sta migliorando e ha buoni numeri. Il problema è che se segna va tutto bene, se non segna va tutto male. Io non posso vederla così, ma è lo stesso anche con gli altri attaccanti, Dzeko compreso». 

Il 3-5-2. «Noi abbiamo difeso con il 3-5-2, è chiaro per tutti. Il problema è che abbiamo perso i palloni e fatto errori che non possiamo fare nella prima fase di costruzione. Questo ha permesso alla squadra di recuperare palla e di essere equilibrata». 

Partire dal basso con il portiere. «È importante che il portiere giochi con la squadra. Se abbiamo la palla e non ci sono altre soluzioni, perché dobbiamo darla all’altra squadra o provare a giocare? La differenza è se possiamo giocare o no, se c’è una forte pressione non bisogna rischiare. Ma con il Milan, in cui Pau ha sbagliato il passaggio, non c’era pressione. Ha sbagliato il passaggio e loro hanno fatto gol, il caso è stato un errore. Stiamo lavorando tutti i giorni per migliorare. Abbiamo sbagliato più di quello che è consentito, ma la squadra crea tante situazioni. Non capisco come si possa avere questo dubbio». 

Le sostituzioni. «Io non posso fare valutazioni con i numeri. Il 70% delle partite in cui sono entrati i sostituti noi stavamo vincendo. Io devo vedere quando i giocatori entrano, qual è il risultato, se l’obiettivo è fare gol o no. Magari le altre squadre hanno avuto più partite in cui i giocatori che entravano dovevano cambiare risultato. In questo momento magari l’obiettivo è aiutare la squadra a difendere, dipende dalle circostanze».

Lo stesso tipo di calcio. «Tutte le squadre hanno un’identità. Facciamo un esercizio: ci sono 7 squadre che vogliono entrare tra le prime quattro. Tutte hanno identità o no? Tutte cambiano modo di giocare? Milan, Lazio, Atalanta, Napoli e Juventus giocano sempre nello stesso modo. Quello che cambia è la strategia per ogni partita. Un esempio: noi siamo una squadra che normalmente pressa alta, contro il Milan non lo abbiamo fatto. È stata una strategia, ma l’identità non cambia. Se vogliamo avere più profondità, se vogliamo giocare più veloci, ma l’identità delle grandi squadre non deve cambiare in base ai risultati. Ci sono tre partite in sei giorni, il tempo per lavorare è poco. Il modulo? Cambiare modulo è diverso da cambiare identità».

La squadra dopo il momento di difficoltà. «Questa squadra negli anni ha sempre reagito bene dopo una sconfitta. Non sono entrati in depressioni, a differenza di molti fuori. Domani potremo vincere, perdere o pareggiare, ma io ho visto una squadra che ha capito cosa non ha fatto bene, che deve migliorare e che è pronta a lottare per la partita di domani. La depressione qui non può entrare, penseremo a quello che abbiamo fatto e miglioreremo». 

La Fiorentina. «Sono due grandi allenatori Prandelli e Iachini, non è la stessa Fiorentina che abbiamo affrontato all’andata. È una squadra forte, con grandi calciatori. È vero che non sono stati regolari, hanno battuto la Juventus 3-0 e in questo momento può fare tutto, escono bene in contropiede. Non ho dubbi che domani sarà difficile per noi. Ho visto in questi giorni una squadra che vuole lottare per i tre punti». 

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