Roma, se il carattere non viene nemmeno convocato

Roma, se il carattere non viene nemmeno convocato
di Alessandro Angeloni
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Mercoledì 22 Gennaio 2020, 23:02
Il calciatore più importante, cioè il signor carattere, è stato lasciato a casa. Turnover, si dice. O infortunato? Di sicuro, quel signore chiamato carattere allo Stadium non c’era, si farà di tutto per rimetterlo in piedi nel derby, ma non è sicuro. In campo allo Stadium di Torino una squadra di grandi (la Juve) e di piccini (la Roma). Giallorossi impauriti, incapaci di mordere, con il pallone scottante tra i piedi, con le linee sempre a pochi metri da Pau Lopez. Paura e basta, questo la Roma ha trasmesso a noi e alla Juventus, che ha giocato, scherzato. In queste nottate, ci vuole un po’ di nerbo, un po’ di faccia, magari tosta come quella di Kolarov, che però stavolta pure lui sembrava un micetto. Squadra moscia come la prestazione del suo capitano, Florenzi. Che metti di qua (terzino destro), metti di là (alto a sinistra), si fa spaventare prima da Ronaldo e poi da Cuadrado. Un giocatore caratteriale, come Cristante, sparisce subito, vittima di Bentancour. Mancini? Pure. Sbaglia lì sbaglia là e pure lui annega immediatamente. Come si fa a vincere in queste condizioni allo Stadium? Non ci si riesce ed ecco infatti la decima sconfitta nello stadio della Juve. Mai vinto, mai un punto, mai niente di niente. Passano allenatori, giocatori, arbitri, zero sempre, zero di zero. E sempre nel nome del carattere, che fa la differenza. Sempre.   
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