Roma, Fonseca esce allo scoperto e fa scattare l'allarme

Fonseca
di Ugo Trani
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Domenica 19 Gennaio 2020, 07:30
«La Roma non ha mai pianto e mai piangerà, perché piange il debole; i forti non piangono mai». E mai così attuale è la frase del presidente Dino Viola, nel giorno del 29° anniversario della sua scomparsa (19 gennaio 1991) che coincide con la partita delicata di Marassi contro il Genoa terzultimo (ore 18). Il momento è orribile, guardando gli assenti. E i risultati, anche se giovedì a Parma è stata conquistata la promozione ai quarti di Coppa Italia. In campionato l’anno è cominciato con la doppia sconfitta casalinga contro il Torino e la Juve, frenata che ha riportato i giallorossi fuori dalla zona Champions: 5° posto, pure se con gli stessi punti dell’Atalanta, avanti per la differenza reti (e per lo scontro diretto). E domenica scorsa è uscito di scena Zaniolo, il miglior talento della rosa, allungando la serie già infinita degli infortuni stagionali. E, come se non bastasse, è saltato lo scambio con l’Inter per avere subito il sostituto del ventenne: Politano è rimasto in nerazzurro perché Marotta ha cambiato l’accordo in corsa. Fonseca, pur evitando di alzare le mani in segno di resa, rivela però alla platea il suo stato d’animo: «Sono preoccupato, devo essere onesto». Lo dice contando gli interpreti rimasti a disposizione: sono 18, con 3 portieri (con il primavera Cardinali).

SCELTA CONDIZIONATA
Lo aspettano, in 8 giorni, 3 match che possono incidere sul percorso stagionale della Roma: oggi il Genoa, mercoledì la Juve allo Stadium (turno secco dei quarti di Coppa Italia) e domenica la Lazio che in classifica ha 10 punti in più e la gara contro il Verona da recuperare il 5 febbraio. Il portoghese, tanto per evidenziare la situazione in cui si è ritrovato dopo il viaggio in Emilia, annuncia addirittura la formazione da schierare contro il 3-5-2 di Nicola. «Senza cambiare il sistema di gioco», tornando al 4-2-3-1 dopo l’esperimento del Tardini con il 3-3-3-1. La lista degli assenti, del resto, è da primato. Out 10 giocatori: Mirante, Zappacosta, Fazio, Pastore, Mkhitaryan, Zaniolo, Perotti, Antonucci più gli squalificati Florenzi e Kolarov. Decimato il rombo offensivo dove l’unico ricambio è Kalinic a digiuno da un anno. Urgente, dunque, l’intervento sul mercato: «Abbiamo Kluivert a sinistra e Under a destra per questa settimana importante. E solo Pellegrini come trequartista. Ecco perché sono preoccupato. Con Petrachi e Fienga stiamo cercando un attaccante: ne ho subito bisogno. Abbiamo sempre creato diverse occasioni da gol e dobbiamo continuare per migliorare la finalizzazione, ma così non è facile. Perotti è uscito contuso dalla gara con il Parma e non potrà giocare. E difficilmente recupererà per la Juve». Cristante, invece, va in panchina: «Meglio gestirlo, è stato a lungo infortunato e non è facile fare due partite consecutive».

NESSUNA CESSIONE
In difesa, dunque, i terzini saranno «Santon e Spinazzola». Sì, proprio il giocatore scartato dall’Inter e rientrato solo venerdì sera da Milano. «Lui sta bene, si è allenato e avrà spazio. Non conosco bene i dettagli della trattativa, ma se la società ha scelto così sono sicuro che ha fatto bene. Io volevo avere qui Politano ma ho totalmente fiducia in Petrachi e Fienga: se loro hanno deciso in questo modo, avranno avuto le loro ragioni. Io gli ho chiesto di trovare un’ala per la posizione di Zaniolo, nessuno in più. E non sto qui a insistere per Politano, arriverà un altro». Fonseca, spiazzato dall’emergenza di queste ore, si tiene dunque stretto Spinazzola. E gli altri che il club vorrebbe cedere: «Non cambieremo nulla, non abbiamo parlato della possibilità del prestito di Cetin. Resterà con noi fino alla fine della stagione. E con lui anche Jesus, Pastore e Perotti».
 
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