Roma, Fonseca vuole i gol Champions da un attacco con il futuro in bilico

Roma, Fonseca vuole i gol Champions da un attacco con il futuro in bilico
di Stefano Carina
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Giovedì 5 Marzo 2020, 07:30
Mkhitaryan, l’uomo della ripartenza in campionato, ha indicato nei giorni scorsi la via: «Possiamo arrivare quarti». I calcoli sono semplici. Se è vero, come dice Fonseca, che «l’Atalanta non le vincerà tutte», la Roma dovrà però avvicinarsi all’en-plein nelle ultime 12 partite che le rimangono. Perché anche se ora la classifica vede i giallorossi distanti soltanto di tre punti dalla squadra di Gasperini (che può godere anche degli scontri diretti a favore), Gomez e compagni debbono recuperare ancora il match con il Sassuolo. L’Atalanta può dunque permettersi di sbagliare due volte e rimanere davanti. Toccherà alla Roma, alla terza (eventuale) frenata, approfittarne. E con la difesa che ultimamente inizia a palesare qualche segnale di cedimento, l’unica speranza è che la rincorsa giallorossa passi per l’attacco. 
RISCOSSA OFFENSIVA 
Gli otto gol contro Lecce e Cagliari sono lì a confermarlo. Mkhitaryan ristabilito è l’uomo in più. O segna o fa segnare. Oppure, come accaduto domenica scorsa, fa entrambe le cose. Ora che s’è ripreso, s’intuisce quanto è mancato: 17 presenze stagionali, 6 gol e 4 assist. Negli ultimi tre match disputati, 3 reti e altrettanti passaggi chiave. Senza considerare che in campionato, negli 813 minuti disputati, ha calciato verso la porta avversaria 13 volte (9 inquadrando lo specchio), segnando in 6 occasioni. Della serie: ogni due tiri, un gol. Ma la riscossa, oltre che dall’armeno, passa anche per la ritrovata vena degli esterni: Under e Kluivert. Il turco a Cagliari ha probabilmente giocato la miglior gara stagionale alla pari con il derby. Propositivo, pericoloso per gli avversari, sempre nel vivo del gioco. Recuperato fisicamente e mentalmente. L’olandese, invece, da quando alla vigilia del match di Gand ha ammesso «di dover segnare di più», ha lasciato il segno sia in Europa League che in campionato. Senza dimenticare Dzeko (a riposo col Cagliari ma in gol 5 volte nelle ultime 6 gare di campionato) e Perez, utile quando chiamato in causa. Persino Kalinic ha dato segnali di risveglio. Se l’attacco è dunque lo scoglio al quale aggrapparsi nel mare della corsa alla Champions, appare singolare che a fine stagione il reparto potrebbe essere azzerato. A meno di scelte personali, certi della permanenza per motivi contrattuali sono i soli Edin e Perez. Gli altri potrebbero salutare in blocco. 
IL PARADOSSO 
A partire da Mkhitaryan il cui prestito secco, senza quarto posto, non è garanzia di conferma. Ma senza Champions e con una semestrale che ha chiuso a -87 milioni - considerando che Friedkin non potrà presentarsi cedendo i gioielli Pellegrini e Zaniolo - i calciatori dai quali si possono ricavare plusvalenze (avendo ormai il costo ammortizzato) rimangono Under e Kluivert. In più Kalinic tornerà a Madrid e per Perotti si cercherà un addio anticipato. A conti fatti, un attacco da rifare. Lo stesso che dovrà guidare la Roma alla rimonta in questo finale di stagione. 
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