Quanto sono belli i giocatori della Roma quando fanno così

Quanto sono belli i giocatori della Roma quando fanno così
di Alessandro Angeloni
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Martedì 10 Aprile 2018, 23:24 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 01:14

Ma quando sono belli quando fanno così. Belli, bellissimi. Sono quelli che trovano la forza di regalarti un pezzo di vita in più, quelli che ti fanno restare lì, abbracciati a questo stadio colorato di giallo e rosso, un Olimpico che abbiamo visto così pieno d’amore l’ultima volta per un momento triste come l’addio di Totti, quasi un anno fa. Stavolta non c’è addio, c’è il futuro. Il futuro è la semifinale di Champions League. E chi se l’aspettava? Pochi, loro sì, loro, quelli belli: ALISSON, FAZIO, MANOLAS, JESUS, FLORENZI, STROOTMAN, DE ROSSI, KOLAROV, SCHICK, NAINGGOLAN, DZEKO, poi UNDER, EL SHAARAWY, e poi ancora DI FRANCESCO e poi anche quelli che non hanno giocato, perché queste serate finiscono nella pelle di tutti. Questi nomi, segniamoceli, segnateveli: questi hanno scritto la storia di questo club. Solo Deportivo la Coruna (col Milan) e lo stesso Barcellona (col Psg) hanno portato a casa un’impresa simile: rimontare tre gol. La Roma in semifinale di Champions non c’era mai andata, solo in Coppa dei Campioni, parliamo di un altro calcio, di un’altra epoca.
 

 

Segnano De Rossi e Manolas (oltre a Dzeko), che all’andata avevano fatto gol ma nella propria porta. Una storia meravigliosa. Nemmeno il più grande scrittore “calcistico” avrebbe mai prodotto tanta poesia, tanta attenzione ai particolari. Chi fino a ora aveva fatto così e così, risorge: vedi Schick. Altra poesia, altro racconto di una favola. Alisson che ha salvato sempre tanto, stavolta si è quasi riposato. Un principe. E Dzeko? Sei gol in Champions, come nessuno mai. E Di Fra, poi. Beh, lasciamolo stare: non ha sbagliato nulla (a parte Roma-Fiorentina, ma oggi capiamo anche quella...), dal dopo Barcellona-Roma a questa sera. Si può andare avanti all’infinito. Segnatevi, segniamoci quei nomi scritti in maiuscolo. Ce li ricorderemo sempre. Perché la storia finisce sui libri. E nei cuori di tutti. Quanto sono belli quando fanno così.

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