Fosse per José Mourinho giocherebbe tutte le partite con la difesa a quattro, ma il parco giocatori attuale non glielo permette. Non tanto per i centrali che ne ha ben cinque (Smalling, Mancini, Ibanez, Kumbulla e Llorente), ma per i terzini. Sono loro il vero problema, perché Zalewski a destra è un adattato (fino a due anni fa era un attaccante esterno mancino), Karsdorp è infortunato fino a fine stagione e Celik (unico di ruolo) non dà le necessarie garanzie. A sinistra, invece, c’è Spinazzola che non garantisce continuità e deve alternarsi con il polacco. Insomma, il 4-2-3-1 è un modulo che può dare più produzione offensiva ma rischia di trasformarsi in un colabrodo. Si può adottare con avversari del calibro della Sampdoria che faticano moltissimo ad arrivare a rete, ma quando davanti ci sono club più attrezzati potrebbe rappresentare un pericolo: «Mancini, Kumbulla, Ibanez, Smalling e Llorente, di cinque ne giocano due e agli altri sono in panchina. La costruzione della difesa a tre è stata una necessità di nascondere i problemi e di utilizzare i giocatori più bravi in quel momento. E la squadra è cresciuta così».
Con il Torino torna la difesa a tre
Ecco, dunque, che sabato prossima José schiererà nuovamente Mancini, Smalling e Ibanez, con un dubbio: Llorente.
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