VUOTO A PERDERE
La Roma di oggi non è più squadra. Facile da dire, non da spiegare. La lettura di ogni prestazione inchioda il gruppo. A Madrid la timidezza ha certificato la fragilità dei singoli. Solo 4 falli commessi in quasi 100 minuti. Da non credere. Il dato sui contrasti è addirittura inquietante. Vinti il 42 per cento, contro l’87 del Real. Di Francesco, e non è la prima volta, ha fatto riferimento proprio ai duelli. I suoi giocatori è come se non combattessero più. Spettatori e non solo nelle fasi cruciali di ogni match. Il pressing è il ricordo della bella stagione che fu (l’ultima), in Champions e in campionato. Così come non c’è più l’aggressione in blocco per complicare la vita agli avversari. Aumenta la paura, di partita in partita, consegnandosi ai rivali. E’ successo con l’Atalanta, con il Milan e addirittura con il Chievo. La difesa, fragile e disorganizzata, ha già preso 10 gol in 5 gare. Al Bernabeu addirittura sono stati lasciati 15 tiri in area, su 30 subiti, ai campioni di Lopetegui. Il muro crolla, nonostante Olsen si sforzi a tenerlo in piedi.
TRACCIA UNICA
Non è una questione tattica. Il sistema di gioco sarà, sempre e il più possibile, il 4-3-3. Di Francesco sceglierà i più adatti e i più disponibili. Chi sta meglio. Zaniolo è stata la provocazione del tecnico nei confronti del gruppo. Meglio il debuttante di chi pretende senza dare. Di chi storce la bocca e magari mette pure il muso. Magari il messaggio è diretto pure alla società, sollecitando l’intervento nello spogliatoio e magari più avanti sul mercato. L’allenatore, al ritorno da Madrid, ha riunito la squadra. E’ stato diretto, come al solito, ripetendo i concetti che ha già messo in piazza dopo il ko di Madrid. Chiede più carattere. E applicazione. Non solo in partita. C’è chi tira il freno in allenamento. E chi si distrae nell’addestramento. I dati degli ultimi match escludono pure che sia una questione fisica. Ma la Roma che corre più del Real (quasi 5 chilometri di vantaggio) è l’aspetto che preoccupa. Pedalare a vuoto non porta al traguardo. E nemmeno al gol. In Champions il 1° digiuno stagionale. Eppure i giallorossi, sciatti e precipitosi, sono spesso arrivati al tiro: 13, di cui 4 nello specchio. Facendo, però, cilecca come contro il Bate Borisov, nel dicembre del 2015 all’Olimpico. Pallotta, un mese dopo, cacciò Garcia. Di Francesco si sente protetto, ma già sotto osservazione. E stretto nella morsa degli Inzaghi: domenica la trasferta a Bologna contro Pippo, quella successiva il derby contro Simone. In mezzo (alla prossima settimana) il Frosinone. Da rispettare, oggi più che mai.
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