Roma in Champions? Ecco com'è possibile: calendario, coppa e panchina all'altezza (anche senza regista)

José Mourinho (59), allenatore della Roma
di Stefano Carina
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Lunedì 31 Gennaio 2022, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 11:43

Lo ha chiesto, ci ha sperato ma alla fine si è dovuto adeguare. Niente da fare. Nemmeno per questa sessione Mourinho avrà il regista invocato dalla scorsa estate. Per l'agognato Xhaka ripassare a giugno. José, però, può accontentarsi con gli arrivi di Sergio Oliveira e Maitland-Niles che da solo, in 4 presenze, ha già collezionato più minuti (284 a 266) di coloro che hanno salutato (Reynolds, Calafiori, Villar, Fazio e Borja Mayoral). Soprattutto l'arrivo del portoghese regala al tecnico personalità, esperienza e anche un minimo di geometrie in più a centrocampo. Perché come ricorda Mou, Sergio non sarà il regista «alla Pirlo o come lo immaginate in Italia», ma dal suo arrivo quasi tutti i palloni passano per i suoi piedi.

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Tuttavia quando questa sera chiuderà la sessione di gennaio, la Roma - nonostante gli acquisti - si ritroverà in una situazione che si è addirittura complicata per la zona Champions. Perché il mercato juventino, con l'accoppiata Vlahovic-Zakaria, sposta inevitabilmente gli equilibri verso Torino.

E considerando che l'Atalanta ha sì perso Gosens (che in stagione però non ha praticamente mai avuto a disposizione) ma acquistato Boga (e dopo due mesi di stop tornerà a breve Zapata), l'Inter si è rafforzata proprio con il tedesco e con l'innesto di Caicedo, Napoli e Milan recupereranno a breve i calciatori impegnati in coppa d'Africa (Spalletti attende Anguissa e Koulibaly mentre Pioli potrà già schierare nel derby di sabato Bennacer e Kessie), ecco che la corsa al quarto posto rischia di diventare una chimera.

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Roma in Champions: perché crederci

Mou, però, ci vuole almeno provare. Lo ha lasciato intendere prima della pausa quando nel post-gara di Empoli, visibilmente soddisfatto, faceva i conti dei punti recuperati all'Atalanta e guadagnati sulle dirette rivali per l'Europa League Lazio e Fiorentina. Non poteva ancora sapere di Vlahovic alla Juventus ma adesso che è in ballo (quarto posto distante 5 punti, anche se Gasperini deve recuperare una partita) vuole giocarsi le proprie chance. Come? In primis sfruttando il calendario del mese di febbraio. La Roma affronterà Genoa, Verona, Sassuolo e Spezia prima di ricevere all'Olimpico proprio l'Atalanta in quella che si preannuncia una gara da dentro o fuori. Secondo punto: la Roma tornerà a giocare in Conference League soltanto a marzo (il 10 e il 17 per gli ottavi). Nel frattempo, le squadre che la precedono in classifica saranno impegnate in due gare molto impegnative. L'Inter e la Juventus nei playoff di Champions (Liverpool e Villarreal le avversarie) mentre Napoli e Atalanta in quelli di Europa League (Barcellona e Olympiakos). Inevitabilmente saranno perse energie fisiche e mentali che normalmente si traducono in rallentamenti in campionato. Per ultimo, ma non meno importante, da adesso al termine della stagione, la Roma potrà contare su una panchina all'altezza. Tra Viña e Kumbulla in difesa, aspettando il rientro di Spinazzola per le ultime partite stagionali, Cristante e Veretout in mediana, El Shaarawy, Felix e Shomurodov in avanti, Mou ha finalmente la possibilità di fare turnover o cambiare le partite in corsa.

 
 

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