Mayoral, un vice a suon di reti ma contro l’Ajax torna Dzeko

foto Mancini
di Stefano Carina
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Martedì 13 Aprile 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 09:59

Il digiuno in campionato è terminato. Con il gol di Mayoral, la Roma torna a segnare in serie A con gli attaccanti. Non accadeva dal 14 febbraio (il 3-0 di Pedro all’Udinese), singolare eccezione di un periodo più lungo che ha visto il reparto avanzato far centro soltanto con l’ex Chelsea nelle ultime 9 gare del torneo. Un segnale positivo in vista di giovedì. Del resto Fonseca è stato chiaro: «Se pensiamo soltanto a non prendere gol, poi le cose potrebbero complicarsi. Sarà molto importante segnare». Verbo che fa rima con Dzeko. Almeno con l’Edin che a Roma abbiamo imparato a conoscere. Contro l’Ajax toccherà a lui, relegando in panchina il capocannoniere della competizione (insieme a Yazici e Pizzi), in questa alternanza che non vede uguali in serie A. Perché sinora, Borja e Dzeko si sono divisi equamente il minutaggio del numero 9 nelle tre competizioni: 1886 minuti per lo spagnolo, 1775 per il bosniaco. Quattordici gol per il primo (7+7), dieci per l’ex City (7+3). Numeri che si discostano di poco. Quello che salta invece all’occhio è la differenza nella percentuale di realizzazione in campionato (esclusi i tiri bloccati): 17,1% per Edin (7 centri su 41 tiri), 43,8% per Mayoral (7 gol su 16 tiri: dati Opta). 

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LA STAFFETTA 
L’ex Real si sta dunque confermando un ottimo vice.

Probabilmente ha perso il treno della titolarità quando è rimasto a secco per 6 gare consecutive (Juventus, Udinese, Benevento, Milan, Fiorentina e Genoa) nel post litigio tra Fonseca e Dzeko. Quando però non è schiacciato dal peso dell’attesa, Borja gioca meglio e si sta regalando la migliore stagione della carriera. Il percorso di Edin è inverso. Al momento, infatti, sta eguagliando la peggior annata da quando veste la maglia giallorossa. Anche nel 2015-16, a questo punto, aveva segnato 10 reti, 8 in campionato e 2 in coppa. Quella Roma si classificò terza in campionato, agganciando il treno dei preliminari di Champions (poi falliti col ko col Porto). Questa, invece, l’Europa che conta dovrà presumibilmente conquistarsela vincendo la finale di Danzica. Prima, però, c’è l’Ajax. Gara che ha visto una settimana fa il risveglio del bosniaco, capace di far reparto da solo e tornare l’uomo di riferimento del gruppo. Ora manca lo step più importante: il gol. 

RIECCO MIKI 
Quello che in Europa League, dopo il sigillo contro lo Young Boys nel girone eliminatorio, Edin ha trovato con regolarità nelle due partite contro il Braga, segnando sia all’andata che al ritorno. Tornare a farlo avendo vicino Mkhitaryan sarà più semplice. Non è un caso che 9 reti su 10 in stagione siano arrivate con l’armeno a supporto. Proprio il fattore-Miki è quello che può riequilibrare la Roma. I numeri lo confermano: con l’ex Arsenal in campo, Fonseca ha tenuto in stagione una media di 2,05 punti a partita (comprese le coppe: 1,9 considerando soltanto il campionato). Senza di lui, il bottino è sceso a 1,4 (1). Il feeling tra i due calciatori è autentico: «Miki mi è sempre piaciuto. Abbiamo vissuto esperienze simili, giocando in Germania, Inghilterra e ora in Italia. È un giocatore fantastico, elemento fondamentale per ottenere risultati». Non sembra un caso che la frenata in campionato sia quindi coincisa con il suo ko (11 marzo), benché lo stop sia stato mitigato dalla sosta per le nazionali: 1 punto nelle 3 gare con Parma, Napoli e Sassuolo, rischia di essere letale in campionato. Rimane l’Europa League e giovedì c’è l’Ajax. Se Edin lo ha incrociato tre volte senza andare mai a segno, Henrik ha fatto centro al primo e unico colpo (su assist di Smalling): il 2-0 nella finale del torneo 2016-17, quando militava nello United. Ricordi indelebili, da rivivere quanto prima.

 

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