Rivera: «Lo scudetto è quasi della Juve
Balotelli? Un campione è tale se ha la testa»

foto Franco Buttaro
di Emilio Buttaro
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Martedì 11 Febbraio 2014, 15:35 - Ultimo aggiornamento: 15:48
Insieme siamo cresciuti e abbiamo fatto tanta strada a cominciare dalle Olimpiadi. Ci siamo trovati sempre perfettamente sia sul piano del gioco che su quello umano. Gianni Rivera ricorda così Giacomo Bulgarelli in occasione del Premio dedicato proprio all'ex capitano del Bologna e quest'anno assegnato a Yaya Tourè.

Parliamo di campionato: quei due colpi di testa vincenti del Verona hanno davvero riaperto i giochi?

«Diciamo che adesso sembra tutto segnato però potrebbero ancora capitare degli incidenti di percorso. Il campionato è lungo e può invertirsi la rotta ma in questo momento l'impressione è che sia quasi assegnato».

Conte li ha messi in castigo dopo il successo mancato...

«Ogni tanto qualche allenatore deve far vedere che conta, che ha un peso nei confronti dei comportamenti dei giocatori».

Qual è in questo momento il male principale del Milan?

«Che non fa abbastanza punti».

Come le sembra l'impatto di Seedorf sulla squadra?

«Bisognerebbe chiederlo allo spogliatoio, alla società e ai tifosi, io ora sono lontano dal Milan».

Balotelli è davvero un giocatore decisivo?

«E' sicuramente un calciatore importante con grandi qualità e da lui ci si aspetta molto».

Qual è la vera differenza tra un campione e un giocatore normale?

«Ci vogliono intanto doti tecniche superiori ed oggi anche in Federazione abbiamo iniziato un nuovo corso dove puntiamo a migliorare molto la tecnica. E' importante poi la testa, il pensiero dei giocatori. I veri campioni sono quelli che insieme ai piedi sanno usare bene anche la testa».

A proposito di campioni, al Milan ancora oggi si rimpiange Pirlo...

«Purtroppo gli errori nella storia si fanno!»

A furia di parlarci il Mondiale è quasi dietro l'angolo. Cosa si aspetta dagli azzurri?

«Finora hanno fatto abbastanza bene e quindi spero che completino l'opera con un buon comportamento in Brasile».

Sono passati tanti anni ma non le manca il calcio giocato?

«Mi manca ma davanti all'ineluttabilità della vita non si può far niente».

Il calcio di una volta era davvero più affascinante rispetto a quello di oggi?

«Forse solo per noi che eravamo i protagonisti di un tempo. Adesso che non lo giochiamo più ci piace di meno. Mi creda, è solo per quello!»
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