Ritiri: porte chiuse, si tratta con le Regioni. Protocolli rigidi e accessi su prenotazione

Ritiri: porte chiuse, si tratta con le Regioni. Protocolli rigidi e accessi su prenotazione
di Emiliano Bernardini
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Lunedì 10 Agosto 2020, 06:24 - Ultimo aggiornamento: 14:38
I ritiri sono già il caso dell’estate. Era scontato che il punto f) del nuovo Dpcm che impone «gli allenamenti degli atleti professionisti e non degli sport individuali e di squadra sono consentiti all’aperto, senza la presenza di pubblico, nel rispetto dei protocolli vigenti» avrebbe fatto molto discutere. Di fatto con questa norma la presenza dei tifosi nei ritiri estivi è vietata. O meglio non si potrà assistere alle sedute di allenamento. E visto che con ogni probabilità non si potranno allestire fan zone e saranno vietati gli assembramenti sotto gli hotel per autografi e foto, i ritiri perdono d’interesse. Un grosso problema per i club e per le strutture recettive che le ospitano. Tradotto andrebbe in fumo gran parte del business estivo. E in un periodo già molto complicato è una ulteriore mazzata per l’economia dei centri che ogni anno prendono i colori dei club che accolgono.

ALLENAMENTI IN CASA
Non aiutano nemmeno le date visto che, a causa dello stop e della ripresa a giugno, anche i ritiri estivi sono stati spostati in avanti: da fine agosto agli inizi di settembre. Tempo meno buono in montagna e troppi pochi giorni per spostarsi. Tutto molto concentrato. Dieci giorni rispetto alle 3 settimane degli anni passati. Ecco perché diverse squadre hanno deciso di restare nei rispettivi centri sportivi. Sarà così ad esempio per la Roma che si allenerà a Trigoria, per il Cagliari ad Asseminello e per il Milan a Milanello. Più semplice adottare i protocolli vigenti. 

AMICHEVOLI E TEST MOLECOLARI
E per le amichevoli? Anche lì tutto è ancora in divenire. Il Dpcm al punto e) sottolinea che «dal primo settembre è consentita la paretecipazione di pubblico a singoli eventi di minore entità». Non più di mille spettatori (in base alla capienza) e con regole molto rigide. Mascherina, misurazione della febbre, distanziamento sociale e soprattutto si potrà accedere tramite un sistema di prenotazione. Non solo i tifosi perché il problema amichevoli si pone anche per le squadre. Solitamente i primi test vengono fatti contro dilettanti o rappresentative locali. Chi garantisce che i giocatori non siano positivi? Verrà fatto fare un tampone agli avversari? E se sì dal punto di vista economico chi se ne farà carico? Nel dubbio molti, infatti, organizzeranno amichevoli solo con squadre professionistiche.

GOVERNATORI E PREFETTURE
C’è invece chi ha deciso lo stesso di fare ritiri fuori sede, o perché ha contratti in essere o per cercare condizioni climatiche migliori o sfruttando la sponda di Regioni più flessibili. In atto trattative con i governatori per trovare delle soluzioni che salvino la situazione. La Lazio andrà ad Auronzo di Cadore, il Bologna a Pinzolo, il Napoli a Castel di Sangro e il Torino a Biella. I biancocelesti di Lotito tramite la Media Sport Event che da anni organizza il ritiro sono in contatto con la Regione Veneto per far in modo di consentire l’accesso ad un numero limitato di persone (tra i 500 e gli 800). La società di eventi insieme alle autorità locali ha già stilato un protocollo molto rigido. Ora si attende solo l’ok della Prefettura. 
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