La serie A cambia: rose a 25 giocatori
e stop alla tratta degli extracomunitari

La serie A cambia: rose a 25 giocatori e stop alla tratta degli extracomunitari
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Giovedì 20 Novembre 2014, 17:55 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 15:00
Via alle riforme che cambiranno il volto del calcio italiano. Nel pomeriggio di oggi il Consiglio Federale, ha approvato un pacchetto di norme che introduce una serie di modifiche nel campionato con l'obiettivo della sostenibilità economico-finanziaria dei club con conseguente stimolo all’investimento nei vivai nazionali.

ROSE

Le rose delle squadre di Serie A a 25 calciatori, di cui 4 cresciuti in Italia e 4 cresciuti nel vivaio del club per cui sono tesserati, libero tesseramento degli Under 21 (la stragrande maggioranza è italiana). Le norme sulle rose vengono equiparate a quelle già esistenti delle liste Uefa per Champions ed Europa League.



GIOVANI

Il giovane extracomunitario al primo tesseramento deve essere residente in Italia ed essere entrato nel nostro Paese con i genitori non per ragioni sportive e comunque aver frequentato la scuola per almeno 4 anni. Inoltre tali calciatori non possono essere utilizzati per la sostituzione di un nuovo calciatore extracomunitario. Praticamente uno Ius Soli sportivo.



EXTRACOMUNITARI

Una norma su cui si è dibattuto a lungo e che ha incontrato la forte resistenza del'Associazione calciatrori. Di fatto non cambia nulla rispetto ad adesso, ma ci sarà un giro di vite sulla mercificazione. La movimentazione di extracomunitari resta di 2 all'anno con il tetto di 40 in Serie A, ma ora uno degli extracomunitari sarà possibile scambiarlo liberamente mentre il secondo deve avere un curriculum. Ossia deve essere stato convocato almeno due volte nell'ultimo anno nella Nazionale maggiore oppure 5 volte negli ultimi tre anni.



FAIR PLAY

Fair play finanziario sul modello Uefa. Chi avrà il bilancio in rosso non potrà più fare acquisti indiscriminati. Infine è stata approvata l'abolizione dell'albo procuratori (come vuole la Fifa).



IL BUDGET DEL CALCIO

«Chiaramente il budget è passivo, ci attesteremo su una perdita di 10 milioni. Il buco in realtà è di 20 milioni, ma recuperiamo dalle cessioni che il Coni farà». Lo ha detto il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, al termine del consiglio federale che ha approvato all'unanimità il budget 2014 e 2015. Il mondo del calcio ha subito un taglio dei contributi da parte del Coni di 25 milioni: «Abbiamo dato incarico al dg Michele Uva di semplificare procedure e razionalizzare i costi anche in omaggio a ciò che dice il governo. Se a ottobre ti vengono tolti 25 milioni di ricavi cosa deve fare l'amministratore? Questo è il tema dominante, il resto sono panzane. Questo perché noi siamo il calcio? Noi fatturiamo 6 miliardi all'anno per il Paese, non possiamo essere un pozzo di San Patrizio dove si mettono le mani e si tirano fuori soldi», ha aggiunto Tavecchio al termine del consiglio federale.



«Tra l'altro -ha evidenziato- noto che non tutti i fondi prelevati al calcio sono andati alle altre federazioni. Noi con sacrifici immani riusciremo ad anticipare fondi che scadono nel 2015-2016, poi faremo discorsi molto semplici con la pregiudiziale che nel 2016 non può più esere così. Il presidente Malagò ha assicurato che nel 2016 inizieremo di nuovo una trattativa per riqualificare il contributo. Non possiamo permetterci di stare nei reparti del Coni con queste percentuali».



Tavecchio, che oggi ha incontrato il professore Victor Uckmar, ha inoltre spiegato che «apriremo altre indagini per capire se l'utilizzo dei marchi delle scommesse sia legittimo e perché i possessori dei marchi non ottengono ristoro». Sull'argomento è intervenuto anche Claudio Lotito, presidente della Lazio e consigliere federale con delega alle riforme: «Noi siamo stati attaccati per il contratto di Conte -ha fatto notare-, ma se Tavecchio non avesse trovato una soluzione con lo sponsor ora avremmo dovuto chiamarlo e dirgli che non siamo più pronti a far fronte agli impegni assunti».
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