Riforma dello Sport, la legge non va. Palazzo Chigi: «Troppe criticità»

Spadafora
di Emiliano Bernardini
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Venerdì 23 Ottobre 2020, 07:30

«Eccesso di delega», «Numerose criticità redazionali» e poi ancora «poca chiarezza dei contenuti e del linguaggio normativo». Con queste spiegazioni il Dagl (Dipartimento Affari Legislativi e Giuridici della Presidenza del Consiglio) boccia senza se e senza ma il Testo Unico della legge delega presentato dal ministro dello sport Vincenzo Spadafora (ieri ha formalizzato la richiesta di calendarizzarla in pre consiglio dei ministri del 29 ottobre). Un testo oggetto di confronto con le altre forze politiche di maggioranza e soprattutto di aspra battaglia con Coni e federazioni sportive. Cinque pagine contenenti 20 punti che scandagliano la riforma (va detto però che il parere si riferisce a una bozza inviata lo scorso 12 ottobre e non sulla nuova inviata ieri) su cui ora bisognerà nuovamente intervenire. Il documento, inviato al Dipartimento dello sport mercoledì, per conoscenza è stato spedito anche alla Presidenza del Consiglio all’agenzia del demanio e a tutti i ministeri. Una bocciatura urbi et orbi e che di fatto smonta la riforma nella sua essenza. In particolare sono i poteri del nuovo Dipartimento per lo sport (che Spadafora avrebbe già creato a Palazzo Chigi) ad essere messi fortemente in discussione. Come si legge al punto 5 «suscita perplessità la mole di nuove competenze che gli vengono assegnate» e che rischia di diventare «un dicastero a sé invece di restare una struttura della Presidenza del Consiglio». Tradotto gli verrebbe assegnato troppo potere rispetto a una legge delega che originariamente prevedeva solo un «mero riordino del Coni».

Nel punto 1 si sottolinea che il Testo Unico “non si limita a riordinare il Coni e la disciplina di settore, ma si estende a tutti i profili che interessano latamente l’ordinamento sportivo, fuoriuscendo dalla delega almeno secondo un’interpretazione letterale». Tra gli altri temi caldi c’è quello descritto al punto 3 che riguarda «un trasferimento (da Sport e Salute al Coni) di beni, risorse umane e strumentali» e la legge delega non prevede «passaggi di personale e di beni». Critico anche il punto 9 che in riferimento all’articolo 50 (Ripartizione dei contributi pubblici) «che l’attuazione dei criteri dettati dall’Autorità politica oltrepassi il dettato della norma base che riconosce solo al Coni l’individuazione dei principi generali per la ripartizione di tali risorse».

COSA SUCCEDE ORA?
Si sottolinea anche che in quanto “Testo unico” dovrebbe essere sottoposto al parere del Consiglio di Stato. Dal Ministero fanno sapere che alcuni rilievi sono già superati in bozze successive e altri lo saranno con ulteriori chiarimenti. Il ministro Spadafora non si arrende, la delega scade a novembre: «Forse qualcuno vuol sollevare un polverone. Quelli del Dagl sono rilievi tecnici molto circoscritti, che già in queste ore sono stati affrontati e verranno risolti definitivamente nei prossimi giorni». Ma la strada per approvarla si fa sempre più complicata .

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