Speriamo che gli Europei di calcio, che inizieranno oggi con la partita tra l’Italia e la Turchia, passino alla storia come il ritorno della Nazionale Azzurra ai vertici del calcio mondiale. Magari con una finale e/o (hai visto mai) una vittoria a suon di goal. Il mister Roberto Mancini, con la sua bravura e la sua pazienza, ha rimesso in piedi un gruppo competitivo che potrebbe veramente stupirci. Ma anche se non andasse così, certamente questi Europei passeranno alla storia come il grande e agognato momento del ritorno del pubblico italiano allo stadio. Lo aspettavamo questo momento, adesso è arrivato. Oggi, allo stadio Olimpico, sedicimila spettatori tiferanno Italia. Certo non sono i circa settantamila del pre-Covid, ma anche in pochi si faranno sentire e riporteranno sul campo di gioco il calore e le emozioni di una partita vera, quella in presenza. Dopo la riapertura dei ristoranti, dei bar, delle spiagge, delle piscine, la riapertura al pubblico dello stadio è una data da incorniciare. Siamo finalmente liberi di urlare, tifare, soffrire, gioire, in un luogo che è il tempio di una ritualità collettiva importante: la passione calcistica. E se dagli spalti volerà qualche parolaccia contro un arbitro distratto, dopo mesi di silenzio agghiacciante, come si dice oggi, “ci sta”.
Si torna allo stadio ma anche (dal 14 giugno, probabile zona bianca diffusa) si tornerà a formare gruppi d’ascolto, altro pilastro basico della socialità. Sulle piazze avremo migliaia di persone (distanziate a norma) che seguiranno le partite sui maxischermi, facendo cori, saltellando e urlando. E nelle case si raduneranno le famiglie, con genitori, figli, pupi, nonni, cani e zie, a zompare sui divani, a cantare, ad abbracciarsi per un goal. Con l’effetto condominio che arriverà dalle finestre aperte, urla dei vicini, clacson dalle strade e bandiere che sventoleranno sui terrazzi. Per mesi siamo stati chiusi in casa finendo per odiare i nostri televisori, strumento di malinconia ripetitiva. Da oggi, con gli Europei, quelle scatole domestiche trasmetteranno allegria, spensieratezza, voglia di condividere. E finalmente risquilleranno i cellulari e un amico invece ti chiederti «che te sei vaccinato?... ma va, Johnson, dose unica, che culo…», griderà a squarciagola «ammazza che goal ha fatto Spinazzola!».
Torna lo stadio, tornano le piazze con gli schermi, tornano i raduni in casa, torna soprattutto la gioia di vivere. Ce la meritavamo. Forza Italia.