L’ESEMPIO POLONIA
Magari con presenze contingentate, come hanno annunciato di voler fare in Polonia. Con presente limitate al 25 per cento della capienza degli stadi, come annunciato dal presidente della Federcalcio polacca, Zibniek Boniek, ex calciatore di Juventus Roma, definito dall’avvocato Giovanni Agnelli il “bello di notte”. Ecco, proprio da Agnelli, ma Andrea, è arrivato l’input, che ha trovato, nelle ultime assemblee di Lega, largo consenso. Solo l’Atalanta è sembrata un po’ perplessa, data la difficile situazione sanitaria che ancora viene vissuta nella città lombarda.
Parole incoraggianti, ad una riapertura parziali, sono arrivate anche dal presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, che nei suoi tour mediatici ieri ha parlato proprio di questo a Radio24. «Mi auguro di cuore di poter vedere per la fine del campionato una piccola presenza di pubblico negli stadi», l’auspicio del numero del calcio, che lo ha motivato con il fatto che «é impensabile che in uno stadio da 60 mila spettatori non ci possa essere spazio per una percentuale minima con tutte le dovute ».
CAUTELA
Sui tempi dell’apertura, però, Gravina è stato molto cauto. «Oggi è sicuramente prematuro ma sarebbe un modo per ricompensare di tanti sacrifici e sofferenze gli appassionati del calcio italiano. E sarebbe un altro piccolo segnale di speranza per il nostro Paese». Speranze che sono supportate anche dalla sottosegretaria al Ministero della Salute, Sandra Zampa, che rivela che non «c’è mai stata nessuna preclusione. Eravamo preoccupati per la ripresa, che poi è arrivata. Aspettiamo i dati e vediamo anche se si potrà portare gente agli stadi, con norme di sicurezza assolute». La sottosegretaria sottolinea comunque che la riapertura degli stadi non tra le priorità, perché «il Cts in questo momento deve occuparsi di una marea di situazioni». «Stadi aperti? Se ne può discutere, ma solo a contagio zero», avverte invece Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza, ai microfoni di radio Kiss Kiss Napoli.
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