Maira: «Castan tornerà un guerriero,
senza operazione niente più calcio»

Maira: «Castan tornerà un guerriero, senza operazione niente più calcio»
di Carla Massi
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Domenica 28 Dicembre 2014, 05:51 - Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 19:57
Leandro Castan è in Brasile con la moglie in gravidanza e i due figli. Il 3 dicembre, l'intervento alla testa per rimuovere, dal cervelletto, un cavernoma. Una malformazione vascolare congenita che può causare micro-emorragie o disturbi di tipo circolatorio. «Sta bene, fa una vita normale.La convalescenza durerà ancora un mese, un mese e mezzo» fa sapere il neurochirurgo Giulio Maira, senior consultant dell'Istituto di ricerca e cura Humanitas di Milano, che ha operato il difensore alla Quisisana a Roma.



Professore, che vuol dire che Castan “fa una vita normale”? Ha ripreso a fare sport?

«Vuol dire che si muove con coordinazione e con equilibrio. Non ha vertigini né altri disturbi. Un po' di sport può riprenderlo, ma piano».



Quali esercizi?

«Per ora solo cyclette e tapis roulant».



I primi colpi al pallone con la testa?

«Tra tre mesi se tutto continua ad andare bene».



E in campo quando tornerà?

«In pieno la prossima stagione, in ottime condizioni. Più forte di prima!».



Quali sono stati i suoi consigli prima della partenza per il Brasile?

«Gli ho detto di andarci piano. Il fatto che abbia affrontato in aereo un viaggio così lungo non vi sembra un buon segno? Gli ho detto, scherzando, di “non fare colpi di testa” ».



Può correre e allenarsi con gli altri?

«Può correre senza sforzare. Per alcuni mesi deve fare una preparazione a parte molto lenta. Coordinazione ed equilibrio, come ho detto, sono intatti. Quindi, sarà più facile per lui tornare in forma. Perché Castan è un vero guerriero!».



Il ritmo sonno-veglia è regolare? Deve seguire una dieta?

«Il sonno è fondamentale nella convalescenza, il suo ritmo non è stato alterato. Può mangiare come vuole ma credo che, facendo meno moto, starà più attento alle calorie».



Castan ha detto che se non si fosse operato non avrebbe più potuto giocare, è vero?

«Certo, il suo equilibrio sarebbe stato compromesso. I suoi primi sintomi del cavernoma, d'altronde sono state proprio le vertigini. Impossibile giocare con la sensazione di essere su una barca».



Possiamo parlare di totale guarigione?

«Sì, abbiamo rimosso il cavernoma che aveva sanguinato. Ora lui, la squadra e i tifosi devono solo avere pazienza».



E Leo ne ha?

«E' un atleta in ascesa,scalpita. Siamo andati insieme all'Olimpico a vedere Roma-Milan, mi ha promesso che andrà piano. Poi ci siamo fatti una risata».