Ranieri, il signore di un calcio "antico" che piace (quasi) a tutti

Ranieri, il signore di un calcio "antico" che piace (quasi) a tutti
di Alessandro Angeloni
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Lunedì 26 Ottobre 2020, 07:30

Er sor Claudio ha stregato Genova, la Genova blucerchiata, che in lui rivede un altro vecchio saggio del passato, Vujadin Boskov, che vinse lo scudetto. Ranieri magari non ci riuscirà, lui Cerezo, Mancini e Vialli non ce l’ha, ma oggi ha tutti dalla sua parte. E non solo per i nove punti in classifica (successi a Firenze, Bergamo e con la Lazio a Marassi) o per aver salvato la squadra nella passata stagione dopo averla presa quasi agonizzante. Di lui piace il suo è calcio semplice, nonostante si vada sempre più in cerca di scienziati, di innovatori, inventori, fenomeni vari. Lui non è stato posseduto dal guardiolismo, non è il tipo che in piena notte - come Bielsa - sveglia la moglie per mostrargli i nuovi schemi della sua squadra. Ranieri è un normalizzatore, uno sveglio, che sa adattarsi a ogni situazione, un trasformista alla Zelig. Piace anche il linguaggio  “antico”: la squadra - gli si sente dire - deve essere compatta, volitiva, garibaldina etc. Ma poi ha anche vinto, vedi la leggendaria impresa con il Leicester, portato in vetta della Premier. Normalizzatore, aggiustatore, recuperatore di entusiasmo. Forse è quello che gli riesce meglio e a Roma ne sappiamo: è stato l’ultimo ad aver davvero sfiorato lo scudetto. Per una maledetta partita con la Sampdoria (proprio la “sua” Samp) svanì un sogno. Che i tifosi della Roma non hanno dimenticato, e nemmeno lui. 
IRONIA E LACRIME
La sera dell’addio alla Roma di De Rossi, oltre all’emozione di Daniele, sono comparse le lacrime di Ranieri.

Quell’uomo tutto di un pezzo, dallo stile molto inglese, si è commosso davanti alla Sud che scandiva il suo nome e che sapeva che la società, Pallotta, avrebbe scelto altro. Ranieri era con Totti e De Rossi, quindi schierato all’opposizione, contro testa grigia (così Ranieri definì Baldini). Claudio il 20 ottobre ha compiuto 69 anni, una trentina vissuti in panchina, in Italia e all’estero. Qualche storta l’ha presa: ha sbagliato a tornare a Valencia, non è andato benissimo con l’Atletico Madrid, all’Inter, la nazionale della Grecia è stato un fallimento. Per il resto se l’è sempre cavata egregiamente, anche in un Chelsea più povero di quello di Abramovich. Ranieri rischia di essere considerato per le sue battute fuori campo, dal “dilly ding dilly dong” nella stagione dello scudetto inglese al “godo come un riccio” dopo un derby vinto a Roma. Da romano sa sviluppare un grande senso dell’umorismo, sa essere accattivante e tosto. Lui è riuscito a sostituire Totti e De Rossi dopo un primo tempo inguardabile contro la Lazio. Un signore, spesso viene definito, lui è quello che contro l’Atalanta invitava un suo giocatore ad alzarsi e a non perdere tempo. Un signore della panchina, questo gli va riconosciuto. Al di là del suo calcio, che possa o meno piacere. 

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