Roma, Ranieri: «Voglio giocatori che muoiono sul campo. Ci serve l’aiuto dei tifosi»

Roma, Ranieri: «Voglio giocatori che muoiono sul campo. Ci serve l’aiuto dei tifosi»
di Gianluca Lengua
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Domenica 10 Marzo 2019, 14:43 - Ultimo aggiornamento: 20:04

Claudio Ranieri si è preso la Roma e ha chiesto in maniera schietta l’aiuto dei tifosi per centrare l’obiettivo Champions: «Il pubblico deve capire che questi ragazzi vogliono essere ben voluti. Da solo non ce la faccio a portarli in Champions. Con l’aiuto del pubblico possiamo andare ovunque. Chiedo l’aiuto a me stesso, visto che sono un tifoso». Poi un messaggio ai calciatori: «Se sono acquistati e guadagnano è perché lo meritano. Io voglio una squadra allegra sorridente che lotta e non si arrende mai. Chi ha problemi li lasci a casa, non vanno portati qui dentro». Ecco le parole del neo tecnico giallorosso alla vigilia della partita contro l’Empoli. 
 


 
Emozioni e sensazioni. «Le emozioni sono sempre belle. Continuo a fare questo lavoro perché mi dà emozione. Quando si cambia società dai qualcosa in più, ma il ritorno a Roma è qualcosa di speciale. C’è emozione e ambizione, sapere che è un momento difficile però sono pronto a lottare». 
 
Dove intervenire. «Ho fatto un solo allenamento vero, eravamo 12 giocatori. Oggi sarà il primo allenamento con più giocatori. Parlerò con ognuno, importanti sono le motivazioni. Capisco il momento negativo, ma la Champions è là davanti. Saranno importantissime le prossime due partite. Il pubblico deve capire che questi ragazzi vogliono essere ben voluti. Da solo non ce la faccio a portarli in Champions. Con l’aiuto del pubblico possiamo andare ovunque. Chiedo l’aiuto a me stesso, visto che sono un tifoso».


 
Fase difensiva. «Abbiamo fatto 49 gol, tecnicamente possiamo farli. Dobbiamo poi rientrare velocemente, sennò gli altri ti fanno gol. Quando ho potuto ho seguito la squadra. Molti gol sono arrivati in fase di transizione. Dobbiamo stare attenti. Se ti segnano su palla persa, il giocatore si sente colpevole e non va bene perché si perde fiducia. Parlerò con i ragazzi e studieremo la cosa più idonea».
 
A cosa aggrapparsi. «Mi aggrappo ai tifosi e alle motivazioni dei giocatori. Devono sentirsi amati, è brutto aver paura di giocare in casa. Stateci vicino tifosi, abbiamo bisogno di voi. Voglio vedere gente che ara il campo, che sprizza rabbia. Devono farci vedere che muoiono sul campo».
 
 


Florenzi terzino, Zaniolo esterno, Schick e Dzeko. «Florenzi è universale, può giocare sia dietro che più avanti con caratteristiche uguali. Dipenderà da partita, avversario e situazione tattica. L’importante è che Alessandro si riprenda e da romano capisco quello che sta passando, ogni errore gli pesa più di ogni altro compagno di squadra. Petto in fuori e ci sono altre partite da giocare. Zaniolo so bene che deve giocare centrale, deve andare in possesso palla spesso e volentieri. Io, però, devo vedere chi tra i tre Zaniolo deve giocare aperto, magari a uno di loro gli tolgo l’80% e un altro lo sacrifico. Ma questi dubbi li scioglierò parlando con loro, dovrò capire che mi può dare il massimo da esterno». 
 
Dzeko e Schick. «Per me devono giocare assieme. Ho visto quando è entrato a Oporto con rabbia e volontà. Lui è fortissimo, velocissimo e tecnico. Se lui si sblocca, ed è molto vicino, i tifosi si innamoreranno di questo ragazzo». 
 
Pastore. «Le poche partite che ha giocato alla Roma non le ho viste, al Psg era un giocatore di classe sublime ma ho bisogno di giocatori che possano fare la differenza. Devono vedere chi corre, chi lotta e chi si aiuta. Squadra significa aiutare il prossimo, chi si impegna ha più probabilità di giocare. Tutti quanti devono dare di più, se siamo in questa situazione è perché non hanno dato quello che hanno dentro. I discorsi stanno a zero, ha pagato Eusebio, ma loro devono farci vedere quello che sanno fare e come lo vogliono fare». 
 
Il contratto. «Io adesso mi vedo qui con voi e domani sera in panchina. Non vado oltre, sono abituato ad andare passo dopo passo. Un’altra società non l’avrei mai presa, la Roma se chiama io devo rispondere sì».
 
I cambiamenti. «Non conosco il prima e adesso è nuovo. A me non interessa, non sono bambini di quattro anni. Sono uomini e devono dare il meglio sia con me che con altri. Scuse non ce ne devono più essere, si deve andare in campo, la palla e il calcio lo conoscono. Se sono acquistati e guadagnano è perché lo meritano. Io voglio una squadra allegra sorridente che lotta e non si arrende mai. Chi ha problemi li lasci a casa, non vanno portati qui dentro». 
 
La prima battuta a Totti. «Mi ha detto: “Che fa mister? Dove sta?” e io risposto che ero a Londra. E poi abbiamo cominciato a parlare. Per Eusebio ho fatto un tifo spaventoso per lui il primo anno e adesso, mi dispiace moltissimo perché un grande professionista. Avrà fatto degli errori ma tutti li facciamo, nessun allenatore è esente.
Non ho trattato l’ingaggio, ho perso più quando sono andato via che adesso. Non importano i soldi, è la maglia». 
 
Rimettere a posto la squadra. «Quella di tanti anni fa era una squadra importante, magari che stava sul viale del tramonto perché c’erano giocatori di una certa età che avevano dato tantissimo. Li ho motivati il primo anno e meno il secondo, per questo sono andato via se non riesco a motivare i giocatori da romanista devo andare via. Fatemi andare in campo con la squadra e poi saprò rispondere, servirà l’aiuto dei calciatori e del pubblico. A loro chiederò tantissimo e voglio il massimo da loro».
 
Roma piazza rischiosa. «Io la scelgo per un fatto che tutti sapete. Posso immaginare per gli altri che Roma ti dà emozioni che in altri posti non sono speciali. A Roma si vive 25 ore al giorno di calcio, ne parlate 25 ore al giorno in tutte le vostre sedi. È una squadra che fa notizia, che negli ultimi anni sta lottando per la Champions e quindi la migliore delle squadre italiane. C’è una proprietà che sta investendo un sacco di soldi e a fine stagione deve far quadrare il bilancio altrimenti non può essere iscritta». 
 
Aspetto mentale o tecnico. «L’aspetto mentale è la prima cosa, quella più importante, non mai parlato di caratteristiche tecniche. Dobbiamo avere un obiettivo, voglio gente ambiziosa, entrare in Champions non sarà facile ma non mi arrenderò mai. So che ci saranno difficoltà ma no mi arrenderò, alla prima difficoltà aumenterò, cercherò di capire il perché, scavalcherò il problema. Voglio giocatori che non si arrendono». 
 
Dzeko. «Quando facciamo le squadre noi allenatori andiamo a vedere chi fa gol. Anche Batistuta o Pruzzo hanno avuto il loro momento no. Può darsi che questo sia il momento no, vediamo alla fine cosa farà».
 
Olsen o Mirante. «Devo vedere alcune cose e poi domani sera lo saprete».
 
Vicinanza dei tifosi durante gli allenamenti. «Qui ci vuole la campana di San Pietro non la campanella. In questo momento dobbiamo trovare serenità rabbia e determinazione».

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