Nazionale, Ranieri: «L'Europeo vinto ci ha illusi, bisogna credere nei giovani»

Il tecnico: «Mourinho è un fenomeno: arriva a Roma e vince. Ha dato un segnale importante»

Nazionale, Ranieri: «L'Europeo vinto ci ha illusi, bisogna credere nei giovani»
di Stefano Boldrini
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Sabato 4 Giugno 2022, 07:19

Claudio Ranieri, ha sentito Roberto Baggio? 
(Ranieri risponde dalla sua casa di Siena. Mercoledì sera era a Venezia, dove ha visto sprazzi di Italia-Argentina)
«Ho letto. La qualificazione di diritto poteva essere una scelta giusta, ma andava decisa prima. Ora è troppo tardi». 

Roberto Mancini ha detto dopo la batosta di Wembley: stavolta è più difficile rispetto al 2018.
«L’europeo del 2021 è stato una splendida illusione. Un mese fantastico e un successo meritato. Ora è finita la magia e siamo tornati nella nostra dimensione. Ho visto Spagna-Portogallo: ci sono squadre che hanno una qualità superiore e dobbiamo farcene una ragione».

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In un quadro come questo anche la comunicazione è importante.
«Mi pare che Mancini lo abbia capito non nascondendo le difficoltà che lo attendono.

Bisogna parlare chiaro, perché milioni di italiani che seguono la nazionale meritano la verità. Per questo mi è sempre piaciuto lo stile di Percassi: l’Atalanta andava in Europa e lui a luglio prometteva la salvezza».


Perché è più difficile ora rispetto a quattro anni fa?
«Si è chiuso un ciclo, i nostri ragazzi spesso non trovano spazio nei club e in alcuni ruoli fatichiamo».


Come reagire alla crisi?
«Lavoro e fiducia nei giovani. Ho sempre sostenuto che in una squadra è fondamentale un mix equilibrato tra esperienza e freschezza. Occorre anche una presa di coscienza da parte dei club: meglio il ragazzo prodotto in casa che l’over trenta prosciugato da altri campionati».

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Insuccessi della nazionale e dei club potrebbero ridurre il fascino del calcio per le nuove generazioni, con la perdita di migliaia di potenziali praticanti?
«Oggi i giovani sono attratti da mille cose, ma il calcio continua a piacere. Dietro una crisi, c’è spesso un fisiologico cambio di cicli. In Europa ora comandano Inghilterra e Spagna, basta vedere il numero di trofei conquistati dai club di Premier e Liga. Ecco perché mi pare assurdo sminuire l’importanza del successo della Roma nella Conference League».


Parlano di coppa delle settime.
«E’ una competizione europea e merita rispetto. Mourinho ha dato un segnale importante. Ha capito che in campionato la squadra non poteva raggiungere traguardi di un certo livello e ha puntato sull’Europa».

Ancelotti ha vinto la Champions, Mourinho la Conference: la riscossa dei cosiddetti “bolliti”.
«Ho tifato per Carlo e sono strafelice per lui. Il Liverpool è fortissimo e poteva portare a casa la coppa, ma il Real ha gestito con intelligenza il match e ha vinto alla sua maniera. Courtois è stato magnifico, ma è un giocatore del Real, quindi dov’è lo scandalo? La verità è che quando un allenatore solleva per quattro volte la Champions devi solo applaudire. Mourinho è un fenomeno: arriva a Roma e vince». 

Ranieri è pronto a tornare in pista?
«Sono aperto a tutto, ma deve trattarsi di un progetto serio».
 

Il Watford è retrocesso, nonostante il suo esonero.
«Una storia che mi ha lasciato amarezza. La squadra alla fine è scesa in Championship: non mi pare che il cambio sia servito».

Cento giorni di guerra, domani Ucraina in campo in Galles per la finale playoff mondiale.
«Nel 2022 una guerra nel cuore dell’Europa è inconcepibile. Le immagini di devastazioni, milioni di sfollati e bambini in fuga sono sconvolgenti. Quando i cosiddetti esperti litigano nei dibattiti televisivi mi viene voglia di mandarli a Mariupol a discutere».

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