Radu: «Ho realizzato il mio sogno: smettere qui. Ora so cosa significa far parte della famiglia Lazio»

La toccante lettera letta da Stefan Radu dopo la vittoria della Lazio contro la Cremonese per 3-2

Radu: «Ho realizzato il mio sogno: smettere qui. Ora so cosa significa far parte della famiglia Lazio»
di Valerio Marcangeli
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Domenica 28 Maggio 2023, 20:58 - Ultimo aggiornamento: 30 Maggio, 09:05

Tutti in cerchio a centrocampo. Compagni vecchi e nuovi, uniti per salutare Stefan Radu nella sua ultima partita allo stadio Olimpico da giocatore della Lazio. Il difensore romeno, acclamato dai 65mila tifosi presenti, entra con la famiglia e viene subito premiato dal presidente Lotito, il ds Tare e il capitano Immobile. Maglia numero 26 in una teca di vetro, abbracci e foto, mentre tutto lo stadio gli dedica applausi e cori.

Lazio, la società saluta Radu e il veterano legge una lettera

Poi il momento più toccante, la lettera di addio: «Datemi una mano per favore che sono tanto emozionato. Era molto più facile in campo che adesso. Purtroppo sono arrivato anche io alla fine, però il sogno è diventato realtà, quello di smettere qui (si commuove, ndc)». Poi riprende: «Ho trascorso 15 anni al vostro fianco perché quando entravo in campo avevo la vostra stessa anima, quella del tifoso laziale. Con questa maglia ho vissuto tutta la mia vita da calciatore, in questo stadio ci sono stati momenti unici, giornate difficili e gioie immense». E ancora: «La Lazio è una famiglia e questo campo è casa per me. Vi ringrazio perché non mi sono mai sentito solo. Son certo che l’attaccamento ai colori biancocelesti non finirà mai e mi darà la forza di andare avanti nella vita con la stessa determinazione che ho sempre avuto in campo».

Radu: «Ora so cosa significa far parte della famiglia della Lazio»

Il ringraziamento alla società: «Ringrazio di cuore il presidente e la società (fischi da una frangia di tifosi, ndc) che mi hanno permesso di realizzare questo grande sogno, dando l’addio al calcio indossando questa maglia». Poi alla famiglia: «Ringrazio mia moglie Aleksandra e i miei figli Edoardo e Alessia, perché non mi hanno mai fatto mancare la loro spinta, il sostegno e l’amore». Infine ai compagni: «Grazie a tutti i compagni di squadra che mi hanno riconosciuto un ruolo importante in campo e nello spogliatoio, e questo per me è stata una grande responsabilità. Da quando ho indossato la maglia biancoceleste ci ho messo tutto il cuore e la passione. Ora so cosa significa essere uno di voi. Vuol dire appartenere alla grande famiglia della Lazio. Si può smettere di giocare a calcio, ma non di essere laziali. Grazie a tutti, il vostro Boss». Dopodiché spazio alla foto con l’aquila Olympia e a quella con l’amico Lulic sotto la Nord. Poi il giro d’onore della squadra per prendersi il saluto dei tifosi.
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