Eccolo, il metodo-Mourinho. In tutto il suo splendore e le sue miserie. Ora lo conosce anche Roma, e sulla sua carne viva. Fine della luna di miele, d’ora in poi non ci saranno molte scelte possibili, anzi solo due. Prendere, o lasciare. Come al Colosseo: pollice su, pollice verso.
L’uomo è questo, ama il corpo a corpo, sfidare e spaccare. Provocando, cerca socraticamente reazioni, per arrivare a una sintesi dopo aver messo in difficoltà la controparte. L’ha sempre fatto, è il suo metodo e il suo stile, ed è sempre accaduto che le anime belle si ribellassero alle sue brutte parole sui giocatori che non gli piacciono («E ora avete visto perché»). Quante volte l’ha detto. Non è vero che Mourinho provochi solo tensioni, spesso suscita una botta di impensabile soavità nei suoi nemici, che all’improvviso diventano empatici con i panchinari incompresi, poveri ragazzi torturati dal bruto. Ma la città romanista ora è a un bivio. Stare con José, condividerne le critiche a una rosa impreparata ai grandi traguardi, e stimolare la dirigenza a migliorarla; oppure giudicarlo un altro seccatore, un altro bollito, uno che si diverte a umiliare i giocatori e a svalutarli, uno che non sa che pesci prendere e allora manda tutto in vacca, tanto ha dietro il Newcastle (a proposito, continuano a girare voci di offerte da 20 milioni di sterline, tenere d’occhio la pista). Delle due, l’una.
SOCIETÀ
Ma è ora di scegliere.
SCOSSA
Il suo battere sull’impalpabilità delle riserve voleva anche essere uno sprone alle riserve stesse, invece gli è tornato sui denti come un boomerang.
La terapia d’urto non ha funzionato, né con Mayoral né con Diawara, men che meno con Villar: se 4 mesi fa giocava nell’under 21 spagnola, è pur vero che il tenero Gonzalo fra 4 mesi compirà 24 anni, quindi facciamoci domande. Meglio non farsele su Reynolds, inutile infierire su un altro misterioso yankee. E’ valido però l’argomento principale a detrimento di Mourinho, ovvero che gli stessi giocatori invisi a José pochi mesi fa erano in semifinale di Europa League, e a febbraio erano ancora terzi in A prima dell’epidemia di infortuni.
A questo, Mourinho risponderebbe con una chiamata alla coerenza da parte dei Friedkin. Se avete deciso che Fonseca non andava bene e avete scelto me, quindi di sterzare decisamente, allora permettetemi di compiere scelte, di costruire la squadra a mia immagine.
MERCATO
Neppure tra i titolari ci sono molti giocatori ideali per lo Special. Manca gente fisica alla Anguissa, sfumato perché si doveva prima cedere un centrocampista, e non accadde: immaginarsi la gioia di Mourinho, che reclamava pure difensori. Ma adesso l’imbuto comincia a farsi stretto, José si è trincerato nel fortino, e aspetta risposte da ogni direzione. Da Roma-Napoli e dai suoi titolari. Dalla proprietà, sul mercato. Dai tifosi: scelgano da che parte stare. Persino dalle bistrattate riserve: se accendono una fiamma anziché autocommiserarsi magari ce la fanno, ad allenarsi come si deve e a migliorare. Ma ormai non c’è più molto margine, si cammina tutti sul filo. Le situazioni estreme che piacciono a Mourinho. Prendere, o lasciare.