Diritti tv, in Inghilterra pirati condannati a 17 anni di carcere

Diritti tv, in Inghilterra pirati condannati a 17 anni di carcere
di Romolo Buffoni
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Giovedì 21 Marzo 2019, 15:47 - Ultimo aggiornamento: 21:20
Il nome Steven King da ieri in Inghilterra non farà più venire alla mente solo il quasi omonimo Stephen, re dell’horror. King diventa sinonimo della vittoria della Premier League sulla pirateria. L’uomo in questione, infatti, è stato condannato a 7 anni e quattro mesi di reclusione in quanto ideatore di un’organizzazione di streaming che forniva accesso illegale ai contenuti del massimo campionato di calcio inglese. Le immagini illegali delle partite raggiungevano più di 1.000 fra pub, club, e case in Inghilterra e Galles. Assieme a King sono stati condannati i suoi due soci Paul Rolston (6 anni e quattro mesi) e Daniel Malone (3 anni e tre mesi), per un totale di quasi 17 anni di reclusione (16 anni e 11 mesi) un record per questo tipo di reato.

Esulta Kevin Plumb, direttore dei servizi legali della Premier League: «Le sentenze riflettono la gravità e l’entità dei crimini. E - avverte Plumb - i fan dovrebbero essere consapevoli che rischiano di essere vittime di frodi o furti di identità, trasmettendo dati personali e dettagli finanziari». Applaude Gaetano Miccichè: «In Italia siamo sulla strada giusta». Il presidente della Lega di Serie A spiega: «Il tema della pirateria è importante, drammatico, sul quale stiamo intervenendo in maniera molto seria e molto decisa. Da noi ci sono diversi siti pirata e sono due milioni gli utenti che li utilizzano, rubando di fatto denaro a tutto il mondo del calcio. Non solamente alle società, a Sky o a Dazn, ma anche a tutte le persone che lavorano.
Abbiamo ottenuto da parte del tribunale di Milano degli interventi decisissimi, che di fatto interdicono l’utilizzo dei siti pirata. Quindi, devo dire che siamo sulla buona strada».
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