«Sono passati pochi giorni da una mia decisione sofferta, molto dolorosa, e mi accorgo che probabilmente qualcuno non ha capito il vero senso del mio gesto - la premessa di Prandelli - Sicuramente una minoranza, ma non per questo meno importante, sta riempiendo i canali social di nefandezze, ricostruzioni inventate di fatti mai esistiti». La maggior parte delle persone a Firenze ha rispettato la sua scelta anteponendo, come spesso accaduto nei suoi confronti, l'uomo al professionista. E la dimostrazione, oltre che a numerosi attestato di stima e affetto, è arrivata anche dai club della curva Fiesole con uno striscione esposto in questi giorni sulle cancellate dello stadio Franchi, davanti al centro sportivo della Fiorentina: «Viene prima l'uomo dell'allenatore, per sempre fieri del tuo amore» l'eloquente messaggio.
Ma, come evidenziato dallo stesso Prandelli, c'è qualcuno che trincerandosi dietro l'anonimato ha voluto smentire le motivazioni del tecnico con velenose illazioni fra gossip e tensioni da spogliatoio, diffuse attraverso whatsapp. «Bisognerebbe stigmatizzare e non dare risalto alla pochezza di spirito dei cosiddetti 'odiatori da tastierà - ha aggiunto Prandelli - ma c'è un limite e questo limite è stato oltrepassato.