Il Milan ne fa tre al Parma e resta in scia dell'Inter

Il Milan ne fa tre al Parma e resta in scia dell'Inter
di Vanni Zagnoli
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Sabato 10 Aprile 2021, 17:05 - Ultimo aggiornamento: 20:36

Un girone dopo, il Milan fatica anche a Parma, due a zero nel primo tempo, facile, ma Ibrahimovic si fa espellere al 10’ della ripresa e allora segnano i crociati. Donnarumma non deve compiere grandi interventi, ci starebbe comunque il pari, sbaglia Chaka Traorè e Leao chiude il match. Lui, primatista del gol più rapido nella storia della serie A, a Reggio, con il Sassuolo, segna anche in extremis. 

Il 2-2 di San Siro venne strappato in extremis dai rossoneri, ma dopo 4 legni. Viene quasi da rivalutare Fabio Liverani, dunque, come tecnico dei crociati, fermi al successo sulla Roma, nei 3 mesi con Roberto D’Aversa. 

Comunque il Milan mantiene appena vivo il campionato, ritardando lo scudetto dell’Inter, che spera comunque di festeggiare il 1° maggio. Quaranta punti sono colti in trasferta, contro i 23 in casa, è la dimostrazione che proprio non esiste più il fattore campo, almeno per Pioli.

Le reti milaniste sono splendide, Ibrahimovic controllo a seguire, sinistro e in profondità per Rebic, destro imparabile.

Il radddoppio all’intervallo, Theo Hernandez avanza, scambia con Ibra, Kucka finisce a terra sul dribbling e anche Gagliolo e Conti sono tagliati fuori, Kessie tocca in gol con precisione. Tecnica e geometria, Stefano Pioli, parmigiano, di una famiglia tutta di portalettere, continua a capeggiare il campionato per la Champions, lasciando il Napoli intanto a 7 lunghezze, da inizio stagione non è mai uscito fra le prime 4.

Poco Parma, per un tempo, come nello 0-4 con la Juve (c’era Liverani) e nell’1-2 con l’Inter. I rossoneri si erano già fatti vivi in avvio con Kessiè, con salvataggio di Sepe, sullo 0-1 con Ibra, con salvataggio di Bani, ammonito. Pezzella è come spesso accade il più insidioso fra i crociati, risulta meno efficace in fase difensiva e paga con l’ammonizione. Giallo anche per un altro difensore di casa, Gagliolo.

Il Parma è abituato a farsi riprendere, aveva accarezzato 5 successi, da metà febbraio, teoricamente non ha la forza per farne due alla seconda e anzi avrebbe bisogno di vincere per accorciare sul -4 dal Torino. Ibrahimovic ha voglia di segnare, come Man per i ducali. L’ingresso di Cornelius per Gervinho porta comunque la reazione, alla tripla occasione crociata, Donnarumma si esalta sul colpo di testa dell’ex Conti e in uscita su Pellè, poi Kucka manda alto. L’ex centravanti azzurro ha mestiere, Kjaer e Tomori non gli concedono altro. Si gioca palla a terra, D’Aversa avanza la linea difensiva, il Milan piace palla a terra, manca giusto un pizzico di precisione sulla trequarti.

Arriva l’espulsione di Ibra, a vivacizzare il match. Si lamenta per un contatto con Kucka, non smette, Maresca lo caccia direttamente, all’uscita è accompagnato da Rebic, dirà qualcosa anche al quarto uomo. Si era già fatto cacciare nel derby di coppa Italia con l’Inter, un po’ dopo il duello rusticano con Lukaku.

Pioli resiste con il 4-4-1, abbassa il ritmo, Kessiè dà una mano in avanti a Rebic. Kyle Krause può sorridere a metà ripresa, Kucka allunga a destra, Pellè sfugge a Kessiè e centra per Gagliolo che anticipa Kjaer. In due mesi, il Milan ha battuto solo la Roma, il Verona e la Fiorentina, in 12 gare, regge con determinazione e con il black power, per 5’ sul campo risalta la fisicità di Kessiè e Tomori, di Meitè, subentrato, e di Kalulu, che uscirà. Theo Hernandez rischia l’espulsione su Man, onestamente sarebbero più da punire interventi del genere, comunque da arancione, che le proteste. Donnarumma ha male a un polso, deve peraltro solo opporsi a un destro da fuori di Man, e presidiare in uscita. Entra Chaka Traorè, primo 2004 in campo in serie A. Ha due buoni spunti, è però lui a perdere la palla chiave. Recupera Dalot, Leao non si fa pregare, è 1-3. Alla fine c’è tensione attorno a Paolo Maldini, che in tribuna era nervoso.

 

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