Attentati Parigi. Federcalcio Francia: «Ora allarme Euro 2016»

Attentati Parigi. Federcalcio Francia: «Ora allarme Euro 2016»
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Sabato 21 Novembre 2015, 12:41 - Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 00:52
«Sono state prese tantissime precauzioni ma si è visto che i terroristi possono colpire in qualsiasi momento. C'era già preoccupazione per gli Europei e ora è ovviamente ancora più grande. I miei pensieri ora vanno a tutte le famiglie delle vittime». Così il n.1 della Federcalcio francese Noel Le Graet a L'Equipe dopo gli attentati di Parigi.

Una preoccupazione prima latente che l'orrore di ieri notte ha trasformato ora in angoscia. L'attacco terroristico a Parigi, senza precedenti in Europa, col suo drammatico bilancio di morti e feriti, e le nuove minacce dell'Isis che avverte che la Francia «non vivrà in pace finchè continueranno i bombardamenti», gettano nuove, inquietanti e incancellabili ombre anche sulla Francia sportiva e sull'evento clou del prossimo anno: gli Europei di calcio. Già dopo l'eccidio alla redazione di 'Charlie Hebdò, il torneo continentale del prossimo giugno in Francia era stato indicato come obiettivo sensibile, e adesso la carneficina del 13 novembre lo ha trasformato da appuntamento a tormento.

«Sono state prese tantissime precauzioni - ha detto il presidente della Federcalcio francese, Noel Le Graet - ma abbiamo visto che i terroristi possono colpire in qualsiasi momento. C'era già preoccupazione per gli Europei, e adesso è ovviamente ancora più grande». Comunque, ha aggiunto, «abbiamo otto mesi davanti e continueremo a fare tutto il necessario perchè la sicurezza sia garantita». Intanto, dopo gli interrogativi che aleggiavano intorno all'amichevole di lusso Inghilterra-Francia di martedì a Wembley (alla fine si giocherà) e tutti gli eventi sportivi di questo fine settimane in Francia che sono stati differiti, va da sè che l'ombra del terrorismo che s'allunga sempre più su tutta l'Europa ha spostato ora l'attenzione del mondo sportivo e non solo su Euro2016, che avrà il suo prologo il 12 dicembre con la cerimonia del sorteggio.

Gli Europei sono in calendario dal 10 giugno al 10 luglio, con l'ultimo atto nello Stadio dove ieri notte due attacchi kamikaze hanno fatto decine di morti e che ora alimenta pesanti punti interrogativi fatti di paura, allarme e batticuore. Se il tema della sicurezza è diventato dirimente, se non fondamentale, nell'organizzazione di qualsiasi evento, a qualsiasi latitudine, lo è ancora di più nell'ottica francese già colpita al cuore quasi un anno fa con l'attentato a Charlie Hebdo e finita nel turbinio delle polemiche anche questa estate con l'iniziativa che doveva essere «festosa e culturale» del comune di Parigi, «Tel Aviv sulla Senna», e che ha finito con lo scatenare un turbinio di polemiche tra filoisraeliani e filopalestinesi, creando più di un mugugno e diverse proteste all'interno del Paese e in sede internazionale, anche in chiave sicurezza.

L'Uefa nel suo messaggio di solidarietà ha diplomaticamente evitato ogni riferimento a Euro2016, dicendosi «profondamente choccata e triste per i tragici fatti di Parigi» e lo stesso Michel Platini, attualmente sospeso ma simbolo del calcio francese, ha espresso la sua commozione e profonda indignazione «davanti a questi atti di barbarie cieca», senza però centrare il problema che corre nella testa di molti. C'è però chi ci pensa, come il ct azzurro Antonio Conte («È inutile che facciamo finta di niente: si tratta di fatti che preoccupano e fanno paura»), Leonardo Bonucci («Fra pochi mesi c'è un Europeo, spero che qualcuno prenda le dovute misure»), Radja Naiggolan («Abbiamo paura. È importante che si faccia qualcosa in vista dell'Europeo») o quanti tremano al pensiero che le bombe possono adesso entrare negli stadi. Una paura latente che di certo non aiuta anche in proiezione olimpica dopo la decisione di Parigi di voler correre per i Giochi del 2024.

Terra già ferita a morte due volte nel giro di 12 mesi, la Francia alle prese con la follia fondamentalista vedrà adesso moltiplicarsi le insidie, i dubbi, l'allarme.
Per il presidente del Coni Malagò «il pericolo riguarda qualsiasi grande evento di sport e non solo», e secondo il n.1 della Figc Tavecchio «è impossibile in questo momento non interrogarsi su quanto accaduto». Gli obiettivi sensibili, è vero, sono innumerevoli, ma colpire un grande evento sportivo avrebbe, nella mente folle dei terroristi, un impatto mediatico senza uguali e questo fa riflettere.