Nessuno sa ovvio, figurarsi, ma per carità, ci mancherebbe. Però, in realtà, tutti sanno. Il Pallone d'oro lo vincerà ancora, e per la settima volta nella carriera, il fuoriclasse Leo Messi, l'erede di Pelé e Diego Maradona. Molto d'altronde si è capito, parecchio è intuìto, non poco è filtrato dall'eleganza di Parigi, che stasera ospiterà il magico evento nello splendore del Theatre du Chatelet, rive droite, I arrondissement. L'appuntamento in televisione è per le ore 20.30 su Sky Sport e Mediaset 20. E ove mai il pronostico fosse clamorosamente sovvertito, la notizia e la sorpresa sarebbero più legate alla mancata vittoria di Messi che non al trionfo di ad esempio Karim Benzema o Robert Lewandowski, indicati dalle sempre informatissime fonti come i campioni che completeranno il podio. E l'Italia? E la nostra Italia regina d'Europa? Nel breve volgere delle venti settimane comprese tra domenica 11 luglio indimenticato in saecula saeculorum giorno del successo di Wembley e oggi, siamo piombati d'improvviso nella casa degli orrori, dove via via hanno preso una stanza le cadute della Nazionale, i tremendi playoff per il Mondiale, le zoppicanti avventure delle nostre squadre nelle coppe e, last but not least, le vicende giudiziarie delle plusvalenze. Bei coinquilini, davvero.
LA COMPETITIVITÀ
Così i nostri eroi stasera rimarranno verosimilmente a guardare.
Certo, nulla è perduto: non il tempo, non la qualità tecnica, non l'ottimismo, non le opportunità. E, comunque, a innalzare lamenti al cielo di Parigi oggi saranno tante squadre e/o nazionali. Del resto consegnare il premio a Messi equivarrà a recuperare dagli archivi il faldone dell'annosa questione: ma con il Pallone d'oro si premia il migliore in assoluto oppure il più bravo in una singola stagione? Teoricamente è sempre esatta la seconda; praticamente no: la prima. Tanto che, tralasciando l'edizione del 2020 non assegnata per il Covid eppure promessa a Lewandowski, dal 2008 a oggi hanno vinto sempre e solo Messi e Cristiano Ronaldo, peraltro giunto a quota cinque trofei. Giusto nel 2018 è stato omaggiato Modric, ma si è trattato dell'eccezione che letteralmente conferma la regola. È vero, Messi a luglio ha conquistato la Copa America con l'Argentina, però non è falso che, da Kane e Mbappé a Neymar e Lukaku, la gamma dei candidati era vasta. Alle volte basterebbe un pizzico di fantasia. O di coraggio.