«Quando Capello riunì la squadra la prima volta - scrive l'ex bomber del Liverpool - la prima cosa che notammo fu che era molto severo quando si trattava di cibo e la seconda cosa fu che non sapeva parlare una parola d'inglese... Noi giocatori ci fIssavamo a vicenda e chi chiedevamo "come potrà dirci qualcosa?"».
Ovviamente all'origine di tanta acredine c'è l'esclusione dalla squadra titolare e Owen non lo nega: «Ero in panchina - racconta - per le sue prime due partite. Io ero stato titolare per diversi anni e l'esclusione mi fece scattare il campanello d'allarme. Mentre sedevo in panchina pensavo "oh no, non va bene". Una volta con la squadra sotto 1-0 mi fece entrare a 10 minuti dalla fine senza darmi nessuna indicazione. Il perché era abbastanza chiaro: non parlava inglese...».
Owen, 89 presenze e 40 reti in nazionale, giocò la sua ultima gara con i Bianchi il 26 marzo del 2008 (Francia-Inghilterra 1-0): «Sembrava che dovesse cambiare per forza qualcosa. E quel qualcosa ero io. Non solo Capello ha messo fine alla mia carriera in nazionale senza una spiegazione, ma è stato anche uno dei peggiori allenatori dell’Inghilterra di sempre. Ha causato danni enormi e lo hanno pagato benissimo per farlo».
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