La Roma verso Manchester, cosa va: rosa al completo e adatta ai 180'

La Roma verso Manchester, cosa va: rosa al completo e adatta ai 180'
di Stefano Carina
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Martedì 27 Aprile 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 09:48

Più che il crocevia stagionale, questa semifinale contro il Manchester United somiglia molto ad una resa dei conti. Le giustificazioni sono finite. Non c’è più il «pensiero all’Europa League», alla «scorciatoia per la Champions», ai Red Devils, all’agognata finale di Danzica, che tenga. Le due partite che hanno trasformato l’ultimo mese e mezzo di campionato - ma complessivamente il girone di ritorno (18 punti in 14 partite) - in avvilente, sono arrivate. Sette punti nelle ultime 5 gare, 4 nelle ultime 4, appena 1 nelle ultime 3: un passo del gambero che rappresenta il biglietto da visita della squadra in vista del doppio confronto contro Pogba e soci. In quest’ottica, trovare aspetti positivi è difficile. Tuttavia ci sono. 

VITTORIA FACILE
Oltre alla predisposizione per un torneo che ha visto i giallorossi vincere 9 delle 12 partite sin qui disputate (4 nel girone eliminatorio, 5 nella fase ad eliminazione diretta), segnare 26 reti e subirne 9 (ma 3 nell’inutile trasferta di Sofia dove Fonseca schierò addirittura 3 Primavera: Boer, Bamba e Milanese), l’ottimismo arriva dal fatto che per 180 minuti la Roma si ritrova. Magari non al massimo della condizione, con Spinazzola e Smalling che si aggregano last-minute dopo il collaudo di Cagliari, ma in campo scenderà quell’undici (orfano del solo Mancini squalificato all’andata) che Fonseca aveva in testa dall’inizio della stagione (anche con sostituti all’altezza) e che invece i 51 infortuni stagionali hanno permesso di rado di vedere insieme.

Spazio dunque a Dzeko che soltanto tre giorni fa ha tracciato quello che deve diventare in queste ore il manifesto d’intenti da affiggere a Trigoria: «Lo United è la squadra favorita. Ma il fatto che abbiamo raggiunto le semifinali ci dà il diritto di crederci». E soprattutto di provarci. 

“VECCHIE” VOLPI
Perché nelle due gare, i singoli faranno la differenza. E calciatori come Edin, che ultimamente sta prendendo quota, Mkhitaryan, Smalling o Pellegrini, hanno le qualità per lasciare il segno. I 30 gol segnati in Europa dall’ex City - che lo hanno eletto miglior marcatore del club a livello europeo - non sono arrivati per caso. Come l’ultimo trofeo europeo del Manchester che porta la firma di... Smalling e Mkhitaryan. Sì, proprio loro due che nella finale contro l’Ajax di 4 anni fa furono decisivi: assist dell’inglese e gol del 2-0 dell’armeno. Ora vogliono ripetersi ma da ex. Giocare nell’Old Trafford senza pubblico è un altro punto a favore, più di quanto avrebbe potuto rappresentare un Olimpico strapieno al ritorno. Perché la Roma di Fonseca ha dimostrato spesso e volentieri di soffrire l’evento. 

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