Tifoso morto a Milano, indagato ultrà del Napoli. «Omicidio volontario»

Tifoso morto a Milano, indagato ultrà del Napoli. «Omicidio volontario»
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Venerdì 4 Gennaio 2019, 11:18 - Ultimo aggiornamento: 11:46

Omicidio di Daniele Belardinelli: è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario l'ultrà del Napoli di 25 anni che sarebbe stato alla guida della Volvo V40 station wagon, sequestrata ieri, che avrebbe investito Daniele Belardinelli durante gli scontri di Santo Stefano fra i tifosi di Inter e Napoli.
 



Il 25enne, residente a Napoli, è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario anche a garanzia, come atto dovuto, per poter effettuare tutti gli accertamenti tecnici, anche irripetibili, anche alla presenza di legali e consulenti difensivi.

Secondo l'ipotesi dell'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dai pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri, il tifoso napoletano era alla guida della Volvo V40 che avrebbe schiacciato l'ultrà del Varese Belardinelli, che era in prima fila nell'agguato degli ultras interisti contro quelli napoletani in via Novara, vicino allo stadio Meazza. In macchina con il giovane c'erano altri tre ultras napoletani. Decisive per arrivare all'individuazione dell'auto e quindi del presunto investitore sono state le analisi delle immagini che hanno ripreso gli scontri e le testimonianze che avrebbero smentito anche il tentativo del giovane di affermare che non era presente quella sera a Milano.

Tra l'altro, gli investigatori della Digos stanno anche verificando l'ipotesi che il giovane abbia cercato di cancellare le tracce dell'investimento. Ora importanti, infatti, saranno anche i rilievi della polizia scientifica sulla macchina, intestata in leasing al padre del 25enne, che ha 60 anni. Gli inquirenti, inoltre, dovranno effettuare anche approfondimenti sulla dinamica dell'investimento e nel caso emergesse che si è trattato di un incidente, l'accusa potrebbe anche essere riqualificata da omicidio volontario, ipotesi tecnica che consente di svolgere tutte le indagini, a omicidio stradale.



Il giovane aveva provato a negare di essere stato a Milano nel giorno di Santo Stefano, quando in via Novara, a meno di due chilometri dallo stadio Meazza, si è scatenata la guerriglia tra ultras prima della partita Inter-Napoli. Alcune testimonianze, però, lo hanno inchiodato finendo nell'inchiesta sugli scontri che già conta, assieme a quattro arrestati, almeno una ventina di indagati, numero destinato a crescere. E l'auto su cui sarebbe stato a bordo quella sera, intestata con un leasing a suo padre incensurato, è stata sequestrata con l'ipotesi, ancora da approfondire, che possa essere quella che ha schiacciato Daniele Belardinelli, il tifoso 39enne che era in prima fila nel blitz contro gli ultras partenopei.


Almeno altre due auto di ultras napoletani, poi, sono state individuate grazie ai filmati, ma sono in corso accertamenti per capire se siano coinvolte nell'investimento dell'ultrà del Varese, tifoseria 'gemellatà con la curva nerazzurra. Sulla convalida del sequestro dovrà decidere il gip Guido Salvini, mentre dagli interrogatori di Marco Piovella, detto il Rosso, il capo dei Boys della curva interista, che ha parlato di una macchina passata sopra al suo «amico Dedè» a «bassissima velocità», e di Flavio Biraghi, ultrà dei Viking interisti che ricordava un suv «ad alta velocità», emerge l'ipotesi che Belardinelli possa essere stato colpito da una prima auto e schiacciato da un'altra. Intanto, mentre i due ultras che lasciarono Dedr in ospedale sono stati già sentiti in Questura, è previsto per domani alle ore 14 a San Vittore l'interrogatorio di fronte ai pm di Luca Da Ros, il cosiddetto pentito dell'indagine.

«Il nostro capo, quello che ha in mano la curva si chiama il Rosso è lui che sposta la gente, è lui che decide», ha già messo a verbale davanti al gip, assistito dal legale Alberto Tucci, tirando in ballo Piovella come uno dei presunti organizzatori dell'agguato in «stile militare».

E ancora: «Il Rosso ha detto andiamo e io sono andato. Siamo partiti tutti in macchina, eravamo circa 120 persone. Il mio autista era Giotto uno dei Boys di Milano». Piovella, assistito dagli avvocati Mirko Perlino e Carlo Melzi d'Eril, ha ammesso la partecipazione all'assalto, senza rispondere, però, sulle condotte sue o di altri, anche se ha parlato delle riunioni al «baretto» con gli altri componenti del «direttivo».

L'autopsia sul cadavere di Belardinelli non è ancora stata fissata e probabilmente sarà effettuata la prossima settimana. Gli inquirenti infatti stanno inviando molte informazioni di garanzia agli indagati (da individuare ci sono circa 100 ultras interisti e un'ottantina napoletani) anche con la contestazione, come atto dovuto, di omicidio volontario per svolgere gli esami autoptici e altri accertamenti tecnici.


 

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