Italia, ecco la nuova maglia. Mancini: «La onoreremo. Qui ci sono grandi talenti come Bellingham»

La maglia è timbrata Adidas, dopo anni di partnership con la Puma

Italia, ecco la nuova maglia. Mancini: «La onoreremo. Qui ci sono grandi talenti come Bellingham»
di Alessandro Angeloni
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 18 Gennaio 2023, 14:36 - Ultimo aggiornamento: 20 Gennaio, 08:36

Presentata a Roma, in via del Corso, la nuova maglia della Nazionale, timbrata Adidas, dopo anni di partnership con la Puma. All'evento, il presidente della Figc Gabriele Gravina, la ct della "femmnilie" Milena Bertolini e quello della Nazionale Roberto Mancini. Che già pensa a quando i suoi ragazzi la dovranno indossare, a marzo, al Maradona di Napoli, in occasione della sfida contro l’Inghilterra, prima di qualificazione per Euro 2024. «All’esordio con l’Inghilterra manca troppo tempo, la speranza è che tutti i ragazzi stiano bene fisicamente e siano convocabili, sarà difficile, una gara da affrontare al meglio. Cercheremo di partire al meglio». Poi, sui sorteggi della fase finale di Nations League, che vedrà gli azzurri accoppiati con una tra Spagna, Olanda e Croazia, «Sono tutte squadre forti, per noi importante sarà vincere il torneo». Non sarà facile arrivare a certi risultati, vista la situazione in Italia, con il tetto dei giovani convocabili dai club di serie A ancora troppo basso e con la carenza di calciatori di grande talento. In più, l’annoso problema della mancanza di un centravanti. «Ci sono momenti storici, in passato mancavano difensori o centrocampisti, oggi non abbiamo grandissimi giocatori in avanti. Ma stiamo cercando di trovarli. Se ci riusciamo sarà una buona cosa. Scamacca? Sta facendo una buona esperienza, la Premier è difficile. I giovani devono giocare, in Italia o all’estero. Ci sono tanti calciatori che giocano ancora nelle primavere. Secondo noi giocatori con qualità ci sono, la speranza è averli con più esperienza. Cosa andrebbe fatto? Ci vuole tempo per dirlo. Stiamo andando a cercare ovunque giocatori giovani e quasi sconosciuti. Spero che i giovani possano giocare e fare esperienza nei loro club per esserci utili. Manca il coraggio agli allenatori? I tecnici devono fare risultato...». Ci vorrebbe un Paolo Rossi, idolo del Mancio. «Ero giovane e quando pensavo alla maglia azzurra, la associavo a lui». Perché l’Italia non ha un Jude Bellingham, talento inglese del 2003 che ha stupito tutti all’ultimo Mondiale in Qatar? «In Italia ci sono calciatori di quel calibro». E poi il ct si fa scappare nomi di calciatori come Miretti e Fagioli. Insomma, siamo al solito discorso: basta farli giocare.  Mancini chiude il suo intervento ricordando Gianluca Vialli. «È stato un grande uomo e una grande persona. Credo bisogna ringraziare il presidente Gravina per averci dato la possibilità di poter lavorare insieme. Gli anni dell’Europeo sono stati importanti e gli hanno dato una gioia immensa, purtroppo è così. Luca è uno di quei personaggi che saranno sempre con noi, immortali. Il doping nel calcio? Bisogna andarci con i piedi di piombo con certe dichiarazioni. Purtroppo
certe malattie capitano a chi è stato giocatore e anche a persone normali, che non lo sono state. Bisogna stare
attenti». 

 

Bendice la nuova maglia azzurra anche il presidente Gravina, soffermandosi su temi calcistici di stretta attualità.

Come ad esempio il tetto dei giovani convocabili dai club. Un discorso che riguarda direttamente anche la Nazionale. «È una delle ipotesi su cui stiamo lavorando. Sulla lista dei 25 c’è un numero preciso del 4+4, ma stiamo pensando di aumentare la soglia. È uno degli argomenti da discutere. Come quello delle seconde squadre». Giovedì ci sarà un appuntamento con Andrea Abodi, ministro dello Sport. «L’ordine del giorno prevede sia la candidatura a Euro ‘32 che quei tre-quattro temi caldi da affrontare per dare supporto economico al mondo del calcio e allo sport in generale. È sul versante dell’impegno del governo e del ministro. Abbiamo un impegno nel dare risposte ad un mondo dal punto di vista economico e gestionale. Aspettiamo il rientro del presidente di Lega A Casini dalla Supercoppa per avviare un tavolo tecnico». Calcio e soldi, che mancano sempre di più. In questa direzione va la scelta di giocare la Supercoppa italiana in Arabia. «Purtroppo il calcio negli ultimi tempi insegue territori e palcoscenici che assicurano maggiori introiti. Si comincia a cavalcare l’onda della globalizzazione e della facile rincorsa alla valorizzazione economica. La Supercoppa sarebbe ideale giocarla all’Olimpico o a San Siro. Il calcio deve avere la capacità di trovare delle risorse alternative. Per la sfida tra Milan e Inter ci saranno solo 400 italiani. E questo è molto triste. Speriamo di trovare presto un  equilibrio economico-finanziario per coltivare il calcio nel nostro territorio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA