Nell'Europeo delle sorprese, resiste solo l'Inghilterra

Nell'Europeo delle sorprese, resiste solo l'Inghilterra
di Andrea Sorrentino
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Lunedì 5 Luglio 2021, 07:30

Nell’Europeo dei pronostici saltati in aria, solo l’Inghilterra era attesa in semifinale. Italia e Spagna ci facevano un pensierino, ma perlopiù meditavano prove generali in vista dei Mondiali 2022. La Danimarca è l’Ufo che nessuno aveva avvistato. Meglio così, spettacolo e incertezza ci guadagnano. Italia-Spagna agli Europei è ormai un tormentone, siamo al quinto incrocio nelle ultime 4 edizioni (nel 2012 due volte), mentre Inghilterra-Danimarca si era visto solo a Euro 1992, quello del miracolo danese. Diamo un’occhiata alle fantastiche 4: logico che nelle due sfide di Wembley, dopo 48 gare che spesso hanno smentito le sibille, è inutile prevedere l’insondabile. 
ITALIA-SPAGNA
Dell’Italia non si è mai parlato men che benissimo, è l’unica ad aver sempre vinto. E’ un’utopia vivente, sfida le logiche attuali: non ha atletoni e la butta solo sulla tecnica. Come il paradosso del calabrone, che è grosso e ha ali troppo leggere per volare, ma vola perché non sa di non poterlo fare. Gioca col sorriso e quasi sotto ipnosi, leggiadra in pieno stile Mancio, pressa alto e attacca fluida, tira verso la porta più di tutti (101 volte), ha mandato in gol 6 giocatori, poi dietro ha Donnarumma e Bonucci-Chiellini. Aver perso Spinazzola è una pessima notizia. Col Belgio ha segnato due gol bellissimi anche se nati da dabbenaggine altrui, a tratti ha pagato il gap atletico subendo contropiede terribili, si è salvata ma non dovrà ripetere certe sbavature. La Spagna cova un’altra utopia, tipica dell’hombre vertical Luis Enrique: per la prima volta è senza madridisti ed è piena di ragazzi, molti hanno vinto con le nazionali giovanili, quasi la metà ha meno di 26 anni, Pedri appena 18. Miglior attacco con 12 gol dopo i problemi iniziali, maggior possesso palla (67.2%), maggior precisione nei passaggi e più corner di tutti (41). Ha sempre l’iniziativa ma anche ritmo compassato. Accusa, di colpo, assurdi blackout difensivi: pessimo difetto. L’intramontabile Busquets è ancora il cuore, però la Svizzera pressandolo con Shaqiri li ha fatti soffrire. Unai Simon rinverdisce la tradizione dei grandi portieri baschi. Da Morata puoi aspettarti il tormento o l’estasi. 
INGHILTERRA-DANIMARCA
L’Inghilterra di Southgate, che come Alf Ramsey nel 66-68 ha centrato due semifinali consecutive Mondiale-Europeo, è come quei dolci, i brutti ma buoni: ha il gioco meno appariscente anzi il più noioso delle 4, ma eccola. E’ tra le ultime nei tackle vinti eppure non ha preso un solo gol, cosa mai accaduta nel torneo dopo 5 partite. Per forza: difende fisso a 6, i quattro difensori più la cerniera Rice-Phillips, perché Southgate all’inizio aveva tutti i fantasisti in calo di zuccheri e si fidava zero. Non li stani mai, ossia non si fanno sorprendere in velocità al centro, che sarebbe la loro debolezza. Ed è rispuntato Harry Kane, in sonno per tre partite. Poi giocano in giardino, cioè a Wembley. Il tecnico della Danimarca, Hjulmand, si ispira dichiaratamente a Cruijff. Ormai anche il terzino Maehle, a giudicare dal cross di esterno per il 2-0 di Dolberg alla Cechia. Hanno 6 giocatori dalla serie A (erano 7 con Eriksen). Difesa a 4 o a 5 a seconda dei casi, anche a partita in corso, ha giocatori duttili: contro il Galles il difensore Christensen si sposta a centrocampo dopo 20’ e arrivano 4 gol. La vicenda di Eriksen ha fornito energie ulteriori, ma è una squadra di qualità a prescindere. La difesa e Hojbjerg sono il cuore, e davanti sanno far male. Però accettano l’uno contro uno dietro, e come la Spagna hanno preso già 5 gol, non pochissimi.
 

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