Nazionale e Mancini: il futuro è ancora Azzurro

Nazionale e Mancini: il futuro è ancora Azzurro
di Emiliano Bernardini
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Martedì 22 Dicembre 2020, 07:30

Il futuro è azzurro Nazionale, il presente lverde come i tanti giovani di cui è ricca la sua Italia e il passato ha il colore orange dell’Olanda: «La partita più bella e significativa». Roberto Mancini viaggia spedito verso l’Europeo dove è sicuro che i suoi ragazzi «se la giocheranno con tutti». Un bilancio più che positivo quello che il Ct traccia nella conferenza di fine anno. E che anno! Straordinario se si resta al campo e basta. Ma che la pandemia ha reso disastroso sotto tutti gli altri aspetti. Tanto che in tempi di Covid, Mancini fa la conferenza dal treno, direzione Firenze, collegato in video e con tanto di mascherina, ligio alle regole (anche perché il Covid lo ha avuto). La linea s’interrompe spesso, e così ripete i concetti più volte. «Mi avete sentito?» chiede ai giornalisti collegati. «No vero? Ricomincio da capo». Sorride. È rilassato. Il futuro è suo. Il suo più grande capolavoro è stato aver riportato la Nazionale tra la gente. L’Azzurro è il colore di tutti. Anzi, in un periodo così difficile l’Italia del calcio è stata l’unica certezza. In questo 2020 ha vinto il suo gruppo di Nations League, ha ottenuto l’organizzazione della Final Four di ottobre 2021, in cui affronterà Spagna, Belgio e Francia, ed è tornata nelle prime dieci posizioni della classifica Fifa. Questo le è valso il ruolo di testa di serie alle qualificazioni Mondiali, che cominceranno a marzo. Mancio è l’uomo immagine di un gruppo straordinario. Una creatura che ha saputo far crescere e diventare forte e bella. «Per il mio contratto non c’è alcun problema» ha detto sgombrando subito il campo dai legittimi interrogativi. E non potrebbe essere altrimenti. Mancini è l’asso che con ogni probabilità il presidente della Figc, Gravina, si giocherà in caso di rielezione a febbraio.

BENEDETTA GIOVENTÙ

Ha una squadra forte che in prospettiva può fare cose grandiose. Mancio lo sa e non lo nasconde: «Credo che dobbiamo ancora migliorare, però con chi è più pronto di noi possiamo giocare quasi alla pari». E se del 2020, sempre restando nell’ambito della Nazionale, non cambierebbe una virgola, per il 2021 una richiesta ce l’ha: «Visto che il gruppo è molto giovane, vorrei vedere altri miglioramenti, come squadra. Ma se i ragazzi continueranno così, andrà bene lo stesso: mi aspetto che i giovani possano continuare a fare esperienza. E sarebbe una cosa buona aumentare il numero dei convocati: tra l’altro aiuterebbe me a fare le convocazioni, che sono decisamente difficili». Nessuna richiesta specifica ai club anzi «abbiamo sempre cercato di non disturbare». Ed è per questo che spera solo che «i giovani possano giocare il più possibile». Ne ha aiutati tanti a crescere, vedi Locatelli che anche per lui «è stato una sorpresa, ha debuttato in Olanda e poi è andato sempre meglio». Uno da tenere d’occhio è Scamacca: «Ne parlavo già quando giocava ad Ascoli e nelle giovanili azzurre: credo che possa diventare un ottimo attaccante», così come Lovato del Verona «un ottimo difensore in prospettiva».

CIRO SENZA DUBBI

Poi ci sono le certezze. Un posto d’onore lo merita Ciro Immobile, la Scarpa d’Oro. «Sta facendo gol incredibili: spero che ne tenga un po’ per l’Europeo e per le qualificazioni di marzo. Deve solo stare tranquillo e continuare a fare quello che fa. Ad Amsterdam, se abbiamo fatto quello che abbiamo fatto, è stato anche per la sua grandissima partita, anche se non ha segnato. Magari i gol li farà tutti insieme all’Europeo e alle qualificazioni mondiali». Il duello con l’amico Belotti sarà un tormentone fino alla fine: «Il Gallo ha certe caratteristiche precise, riesce sempre a rendere bene in campo». E sui recuperi di Chiellini e Zaniolo «Giorgio è un po’ più semplice, ha problemi muscolari. Nicolò è giovane, credo che abbia chance». Insomme salvo sorprese ci saranno entrambi. Il campionato gli piace perché è più avvincente e questo può solo giovare alla Nazionale. «La Juventus resta la squadra più forte, ma l’Inter è quasi arrivata al suo livello e il Milan si è meritato di stare in testa. Poi ci sono il Napoli che prima delle ultime due sconfitte aveva fatto bene e la Roma che aveva mostrato un bel calcio. Tra le medio piccole che mi sono piaciute di più come gioco espresso dico il Sassuolo e il Verona, ma anche lo Spezia fa un bel calcio». Infine un pensiero per Paolo Rossi «La sua morte per me è stata una cosa drammatica, io ero molto legato alla Nazionale del 1982.

Non sapevo nulla della sua malattia, per me è stato un eroe. Speriamo di avere in futuro un nuovo Paolo Rossi, magari. Sarebbe una grande cosa».

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