Italia, all'Olimpico la prova del nuovo futuro

Italia, all'Olimpico la prova del nuovo futuro
di Ugo Trani
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Sabato 12 Ottobre 2019, 09:30
L’Olimpico che si riempie, come non accade più per le partite della Lazio e della Roma, e la Nazionale che fa la prova generale per Euro 2020, perché proprio nella Capitale partirà la sua avventura, il prossimo 12 giugno, con la gara inaugurale del torneo itinerante. La promozione è da conquistare stasera, ore 20,45, contro la Grecia: basta il successo per festeggiare con 3 turni in anticipo. Sarebbe il settimo di fila dall’inizio di queste qualificazioni europee, mai accaduto nella storia azzurra. Che nella notte romana si colorerà di verde. Sarà il look mirato della divisa di gioco che, nella circostanza, rappresenta lo spirito dell’Italia di Mancini: giovane, spregiudicata e divertente. Se possibile anche vincente. La nuova via, su input di Federcalcio e sponsor tecnico, è quella del Rinascimento per cancellare il flop mondiale nel play off con la Svezia nel novembre 2017. Quella figuraccia ci costò l’esclusione dalla fase finale di Russia 2018. Così, a quasi 65 anni dall’amichevole con l’Argentina (2-0 nel dicembre del 1954), stesso stadio e stessa maglia.
ARIA DI CASA
La competizione continentale comincia qui tra 8 mesi esatti. Gli azzurri si fermeranno all’Olimpico nelle 3 partite della fase a gironi. E si augurano di tornare il 4 luglio per il quarto di finale: solo Londra, avendo anche la semifinale e la finale, sarà più impegnata della Capitale. Mancini, a punteggio pieno nel gruppo J (la Finlandia è a -6), vuole chiudere stasera il discorso e dedicarsi a qualche esperimento nelle prossime 3 partite e nelle amichevoli del 2020 contro nazionali di prima fascia. E ripresentarsi poi a giugno per recitare da protagonista con l’Italia: «Il nostro traguardo è l’Europeo. Vogliamo far bene e arrivare fino in fondo, anche perché non questo trofeo ci manca da tanto tempo. Poi per il mondiale vedremo». Se si qualifica, il rinnovo fino al Qatar è automatico. Euro 2020, però, è l’obiettivo, 30 anni dopo le notti magiche di Italia ‘90. Quel mondiale che il ct, da giocatore, non è riuscito a vincere con l’amico Vialli, stasera in tribuna e da novembre capo delegazione della Nazionale. I 60 mila spettatori sono l’attuale cornice che poi si arricchirà (capienza che oscilla tra le 64 mila e le 68 mila presenze) durante il torneo. 
NESSUN BLOCCO
Mancini insiste sul 4-3-3, nonostante le assenze di Chiellini, Florenzi, Emerson, Sensi e Pellegrini. L’unico dubbio a centrocampo: Barella, il titolare, o Bernardeschi, l’outsider. Ha provato sempre il secondo, a Coverciano. Chiunque di loro avrà spazio dal primo minuto, confermerà che la Nazionale non va avanti in blocco: 9 club rappresentati, con bis della Lazio, Acerbi e Immobile, e di una tra la Juve e l’Inter (dipende da chi giocherà da mezzala destra). Inedita la coppia di terzini, con D’Ambrosio a destra e Spinazzola a sinistra. Il play rimane Jorginho: è il più presente con Bonucci (14 gare su 15), ma con più minuti giocati (1223) del capitano. Nel tridente ricompare Insigne, con Immobile e Chiesa. La Grecia già guarda al mondiale in Qatar: solo 5 punti nelle qualificazioni. A luglio il cambio in panchina: Van’t Schip al posto di Anastasiadis. Il nuovo ct rinuncia ai senatori: fuori dal gruppo, in questa trasferta, Manolas, Torosidis e Papastathopoulos. Largo al talento del trequartista Vrousai (21 anni). «Torneranno, però: ora ho quattro match per valutare gli altri giocatori» svicola l’olandese, 55 anni, capace di battere, lui centrocampista, il collega nel derby di Marassi (aprile 1995). «Non sarà semplice affrontare la Grecia, molto diversa da quella che abbiamo sconfitto a giugno. Noi però abbiamo la nostra impronta. Insomma non cambia niente».
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