Nazionale, il tridente fantasia di Mancini a caccia di gol

Mancini
di Ugo Trani
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Venerdì 12 Ottobre 2018, 07:30
Il centravanti non c’è e l’Italia, sempre tormentata dal mal di gol, si prepara a farne a meno. Mancini, proprio nelle ore che precedono la partita da dentro o fuori contro la Polonia (il rischio è la retrocessione nella Lega B di Nations League e l’esclusione dalle teste di serie nel sorteggio del 2 dicembre a Dublino per le qualificazioni di Euro 2020), è al bivio della sua gestione tecnica.
 


La Nazionale, con il falso nove, ha dato segni di vita per mezza partita, mercoledì sera contro l’Ucraina. Adesso il ct, parzialmente accontentato dal tridente fantasia, deve decidere se insistere. La tentazione esiste. Perché gli azzurri, contando pure le gare con Ventura e Di Biagio, fanno cilecca da più di 13 mesi. Dal 2 settembre 2017, ko a Madrid contro la Spagna, appena 10 reti in 14 partite. Solo nell’amichevole contro l’Arabia Saudita, lo scorso 28 maggio a San Gallo, hanno segnato 2 gol. E’ l’ultimo successo. In gare da 3 punti, invece, la vittoria manca da 1 anno.

STRATEGIA IN BILICO
Balotelli e Belotti a casa per scelta tecnica, Zaza e Cutrone out per infortunio. Resta Immobile. Che, però, non decolla. Il piano di Mancini, mirato alla sfida di domenica a Chorzow, può dunque cambiare proprio dopo la notte di Marassi. Il ct, pesata la prestazione della formula offensiva e dei singoli chiamati in causa contro l’Ucraina, riflette sull’idea di partenza. L’esperimento con il falso nove avrebbe dovuto lasciare il posto al tridente classico con il centravanti: dentro Immobile per Chiesa, con Insigne riportato a sinistra. Il rendimento più che decente degli esterni alti, con Bernadeschi abbastanza intraprendente a prescindere dal gol e Chiesa comunque spigliato, e quello fiacco dell’unica punta centrale, con Immobile mai pericoloso nella ripresa, può portare alla conferma del trio di Genova.

PROMOZIONE A METÀ
Le considerazioni a caldo di Mancini fanno pensare che la presenza del centravanti non è più così scontata. Il ct si fida di questo tridente, considerandolo capace di sfruttare meglio le chance e quindi di diventare efficace e decisivo. Se lo immagina già più concreto: «Sono soddisfatto da Insigne, Bernardeschi e Chiesa. Devono solo sfruttare meglio le occasioni che gli capitano. Essere più incisivi. Insigne e Bernardeschi hanno il gol nelle gambe, la stessa voglia deve trovarla Chiesa». Senza nominare Immobile, ammette invece di non avere il finalizzatore scelto. «Se c’è il centravanti che fa gol, lo mettiamo». Quindi, al momento, manca. Immobile, del resto, non fa centro in azzurro dal 5 settembre del 2017. A Reggio Emilia firmò il successo di misura contro Israele. Sono passati più di 13 mesi dalla sua ultima rete. Il capocannoniere dello scorso campionato stenta in Nazionale: 7 gol in 34 presenze. Il suo raccolto resta, però, il migliore tra gli attaccanti in ritiro a Coverciano: Insigne non segna dal 27 marzo, quando trasformò il rigore contro l’Inghilterra, e viaggia con 4 reti in 28 partite; Bernardeschi solo 2 in 15 e Chiesa è ancora a digiuno nei suoi 8 match. Tra i 27 convocati, i migliori realizzatori sono in difesa: capitan Chiellini con 8 gol e Bonucci con 6. Le reti delle punte, nella gestione Mancini, sono le 3 (su 6 in 6 partite) degli assenti Balotelli, Belotti e Zaza. «Non parliamo, però, di chi non è qui».

VALUTAZIONE FISICA
Non c’è solo l’attacco da scegliere per la sfida di Chorzow in cui il ct polacco Brzeczek di centravanti ne avrà addirittura 3. E che, contro il Portogallo, è passato dal 4-4-1-1 al 4-4-2 (e al 4-3-1-2) per schierare Piatek con Lewandowski (in panchina Milik). Mancini dovrebbe confermare il 4-3-3. Verificando, però, la condizione atletica dei titolari di mercoledì (ieri, per gli altri, test con la Fiorentina primavera: gol di Lasagna, Caprari e Pellegrini): in difesa potrebbe inserire Piccini a destra per Florenzi o Criscito a sinistra per Biraghi. A centrocampo lo ha convinto Barella. Ma in quella posizione è probabile che abbia spazio Pellegrini.
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