Napoli-Juve, una Coppa Italia per la storia: si assegna il primo trofeo post Covid

Napoli-Juve, una Coppa Italia per la storia: si assegna il primo trofeo post Covid
di Alessandro Angeloni
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Mercoledì 17 Giugno 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 18:18
 L’Olimpico, seppur malinconicamente vuoto, apre alla storia. Qui, a Roma, stasera, ore 21, si assegna il primo trofeo della stagione. Di questa anomala stagione colpita dal virus. La Coppa Italia, che di solito si consegna quando tutto è ormai finito, stavolta recita l’overture e sapremo chi avrà alzato la coppa della ripartenza. E’ il giorno della mitica Italia-Germania del ‘70, il giorno in cui riapre la Premier League. Tutto si sta mettendo in moto. Si gioca, si torna a vincere in Italia. Ecco perché non sarà una semplice finale di Coppa nazionale. Napoli e Juventus lo sanno, avranno gli occhi puntati addosso. E’ tempo di esami, più impegnativo per Sarri che non per Gattuso. Davanti, le due squadra che si sono spartite quasi tutto il bottino negli ultimi anni: il Napoli ha vinto la Coppa Italia nel 2012 e nel 2014, la Lazio nel 2013 e nel 2019, il resto è andato alla Juventus. La Regina vera e propria, che ha tutte le intenzioni di continuare su questo trend: ne ha vinte 13, il Napoli 5. Sarri non ha per nulla pietà per il suo vecchio amore, il Napoli, con cui ha sfiorato lo scudetto. «Il sentimento prevalente è quello di aiutare i miei ragazzi a vincere un trofeo. Non ho retropensieri su avversari, sono proiettato su di noi». Ecco, nessun passato da (non) dimenticare. Anzi. Per Sarri è l’occasione di vincere in Italia, ma non glielo dite, si arrabbia. «Mi girano i c... Io ho fatto otto promozioni qui, in tutte le categoria», fa notare. Sì, successi ma non questo tipo di trofei. «I risultati per un allentare al primo anno di Juve sono i migliori degli ultimi cinquanta anni anche se nessuno se lo ricorda. Bisogna anche essere soddisfatti poi lavorando in un posto in cui la vittoria è diventata quasi un’abitudine diventa più difficile però dagli addetti ai lavori ai tifosi bisogna ricordarsi che la vittoria è sempre un evento eccezionale». Gattuso il profumo della vittoria lo conosce bene, non ancora da allenatore, però. La finale l’ha persa due anni fa proprio contro la Juve, quando era sulla panchina del Milan. Ha meno armi di Sarri, ma come dialettica e capacità comunicative siamo lì. «La Juve ha nel suo dna la vittoria. Non esiste un momento migliore per affrontarla. Noi dobbiamo essere bravi, rispettarla e poi giocarcela con le nostre armi. Sarri? L’ho studiato tanto. Ho visto tanti filmati sulla linea difensiva e poi di come palleggiano le sue squadre. Dobbiamo concentrarci al meglio per giocare questa finale. Lo faremo anche per i nostri tifosi. Il caso Lozano cacciato dall’allenamento? Chi è stanco e chi non se la sente, può stare nello spogliatoio un giorno. Non succede nulla. Chi va in campo, deve andare a mille allora, non permetto a nessuno di rovinare un allenamento», le parole di Ringhio, che sogna i sorrisi dopo le lacrime per la scomparsa della sorella.
LA SFIDA TRA FENOMENI
Mertens sfida Ronaldo, che ha bisogno di alzare una coppa anche in Italia, dopo esserci riuscito in Inghiterra e Spagna. Il belga, uomo dei record con la maglia del Napoli (122 reti, è il numero 1) e decisivo nella semifinale con l’Inter, nella quale un ruolo fondamentale l’ha ricoperto Ospina, che staserà sarà assente per squalifica. Come già accaduto per le semifinali di ritorno, anche in finale – nell’eventualità del risultato di pareggio al termine dei minuti regolamentari – non si andrà ai tempi supplementari ma si procederà direttamente con i rigori. L’Olimpico è pronto, le squadre dovranno rispettare tutte le norme di sicurezza previste dal protocollo, dall’arrivo in pullman fino alla condivisione misurata di docce e spogliatoio. In tribuna non sarà presente il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Sugli spalti, virtualizzazioni grafiche che daranno colore e pienezza, la Lega ha previsto nuove funzionalità per la sua App; la Coca-Cola coinvolgerà Vieri Ventola e Adani per animare la finale sui social. L’inno verrà cantato da Sergio Sylvestre live allo stadio. Una specie di normalità. 
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