Mourinho, dalla Juve al verdetto per la squalifica fino a Pogba: un nemico tira l'altro

Il francese allo United Paul lo accusò: «Con lui ho sofferto di depressione»

Mourinho, dalla Juve al verdetto per la squalifica fino a Pogba: un nemico tira l'altro
di Stefano Carina
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Sabato 4 Marzo 2023, 09:25

Semplicemente inconciliabili. Diversi nel modo di concepire il calcio, la vita, simili soltanto nell'ego: smisurato. E senza arrivare a citare il capolavoro di Victor Kruger, Highlander, era quasi scontato che alla fine ne dovesse restare soltanto uno. Perché all'interno dello stesso spogliatoio Mourinho e Pogba sono come il giorno e la notte, cane e gatto, alfa e omega. C'è forse una frase che fotografa la distanza tra i due: «Ci sono tanti poeti nel calcio ma i poeti non vincono i tituli». José la pronunciò dopo il trionfo in Europa League. È il primo segnale dello scricchiolio tra i due. Che divampa nella seconda stagione allo United. Mou inizia a lavorarlo ai fianchi. Lo sostituisce in campionato con il ragazzino della Primavera Mc Tominay che poi sarà preferito anche nell'andata degli ottavi di Champions contro il Siviglia. Apriti cielo. Al termine della gara, Mou promuovendo lo scozzese, affossa Paul: «Un taglio di capelli normale, niente tatuaggi o auto grosse, un ragazzo umile. Bravo il mio bambino».

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Non sazio, rincara la dose in tv, abbracciando il giornalista che gli chiede del ragazzino: «Questa sì che è una domanda! Tutti a chiedermi di Pogba, invece è di lui che dovremmo parlare».

Quando Pogba vince la Coppa del Mondo nel 2018, lo Special allenta la presa. La tregua dura poco. In ritiro lo invita a tenere la stessa intensità mostrata in Russia. La risposta non si fa attendere: «Un giocatore felice è sempre più a suo agio di uno infelice. Dovessi parlare, verrei multato». Non serve. Dopo un pari col Wolverhampton, Pogba attacca: «Il problema? Chiedetelo all'allenatore». Che replica sibillino: «Bisognerebbe giocare sempre come una finale dei Mondiali». Siamo arrivati agli ultimi giorni di Pompei: 24 ore dopo, lo Special annuncia che Pogba non sarà più il capitano. Il sassolino delle incomprensioni si è ormai trasformato in valanga. L'addio di Mou a fine 2018 sarà un sollievo per Paul, come ha raccontato un anno fa a Le Figaro: «È successo tutto con Mourinho. Quando la depressione arriva, inizi a farti mille domande». Ad una, domani, non ci sarà bisogno di rispondere: i due proveranno ad evitarsi.

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RICORSO
E potrebbe anche non essere difficile. È slittato a oggi il giudizio sul ricorso contro le due giornate di squalifica. La Roma spera nell'azzeramento della sanzione (più probabile la riduzione a una giornata). A meno che non si decida per una sospensiva. Tradotto: Mou presente domani con la Juve e se ne riparla lunedì. Intanto il procuratore federale Chinè ha ascoltato il delegato agli arbitri della Roma, Scala, il segretario Lombardo e l'arbitro Serra, in collegamento video da Coverciano. Per chiudere l'indagine, ci sarà bisogno di qualche giorno. Tempo per gustarsi la sfida con la Juve e nuovi capitoli di una rivalità esasperata. Da «c'è solo un'area di 25 metri in Italia» alla mano all'orecchio nel ritorno vincente allo Stadium con lo United, c'è soltanto l'imbarazzo della scelta. Del resto quando c'è Mou di mezzo, il rumore dei nemici è sempre d'attualità.
 

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