Mourinho soddisfatto ma non troppo: «Potevo anche andarmene a dicembre»

José è polemico, nonostante la vittoria: lamenta una rosa corta, pochi cambi, nuovi acquisti non all'altezza e una stampa (e parte del pubblico) che fanno finta di non capire le difficoltà

Mourinho soddisfatto ma non troppo: «Potevo anche andarmene a dicembre»
di Gianluca Lengua
4 Minuti di Lettura
Domenica 5 Febbraio 2023, 07:38

José Mourinho ha fatto una scelta ed è quella di puntare tutto sul campionato. Lo ha certificato mettendo la squadra titolare contro l'Empoli e schierando le riserve con la Cremonese. Era l'unico modo, a suo dire, per portare a casa i tre punti: «Ho detto ai miei giocatori che dovevamo entrare in campo con uno zaino pieno delle frustrazioni della sconfitta in coppa. È un risultato straordinario, considerando che ad ogni sconfitta sembra che siamo in difficoltà e in condizioni di andare in Serie B». José è polemico, nonostante la vittoria: lamenta una rosa corta, pochi cambi, nuovi acquisti non all'altezza e una stampa (e parte del pubblico) che fanno finta di non capire le difficoltà. È un fiume in piena, vuole togliersi i sassolini dalle scarpe e lo fa con decisione dopo una vittoria. Ricorda a tutti, parlando del rinnovo di Smalling, che a dicembre avrebbe potuto lasciare la Roma e trasferirsi in Portogallo a fare il ct: «Non devo fare niente per convincerlo. Potevo andare via a dicembre e non l'ho fatto, ma sono rimasto qui. Questa è la mia vita». E sul caso Zaniolo, mette definitivamente una pietra sopra: «Non deve parlare con me. È un problema della società e deve risolverlo con loro». Simile la risposta di Pinto: «Penso che la linea del club sia stata abbastanza chiara. Smalling? La palla passa a lui. Tutte e due le parti vogliono continuare insieme. La clausola gli dà il potere di decidere se rimanere o meno». Mou, dunque, è pronto a riabbracciare Nicolò quando risolverà le beghe con il presidente, anche perché, per l'ennesima volta, ha sottolineato che il livello delle seconde linee non è all'altezza di competere su tre competizioni: «Ogni infortunio per noi è un problema, così come le squalifiche. Ogni giocatore che abbassa la forma, che è normale in una stagione, per noi è un problema. Le squadre che non soffrono queste cose sono quelle che hanno più possibilità di arrivare fino in fondo ai loro obiettivi. Con una partita alla settimana possiamo fare bene, ma quando ne giochiamo tre, la cosa diventa più difficile. Il tifoso non lo capisce, ma è normale. La stampa capisce, ma fa finta di non capire. Ci sono altri allenatori che cambiano al 60' e al 65' e la squadra migliora. Noi non possiamo farlo e dobbiamo gestire ogni minuto. Qualche fischio a Pellegrini? A volte non si capiscono i sacrifici».

Roma-Empoli 2-0: Ibanez e Abraham riportano i giallorossi alla vittoria

DOPPIA STRONCATURA

A rinforzare il concetto, arrivano le considerazioni su Solbakken e Camara: «Ola non lo abbiamo comprato (è arrivato a parametro zero ndc), non ha fatto il periodo di preparazione, è arrivato il 1° gennaio quando il campionato iniziava il 4.

Non capisce le dinamiche a differenza di altri giocatori che lavorano con noi da un anno e mezzo. Se devo sostituire Dybala non faccio entrare uno che non conosce la differenza tra 5-3-2 o 3-4-1-2 (José dice 5-3-1-2, ndr). Viene da anni nel Bodo dove ha sempre giocato 4-3-3. Camara è stato preso per sostituire Wijnaldum l'ultimo giorno di mercato. Non deve fare storie, ma aiutare». Più conciliante su Abraham: «C'era un piccolo periodo dove mi ha creato qualche dubbio, ha avuto un momento difficile. Adesso gioca bene, anche se non fa gol dà un contributo importante». E Tammy ha già puntato il nuovo obiettivo dopo l'eliminazione dalla Coppa Italia: «L'anno scorso sono arrivato e abbiamo vinto un trofeo. Quest'anno speriamo di farlo ancora. Siamo in corsa per l'Europa League, lotteremo per tutto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA