Mourinho, il trionfo dell'eroe in lacrime: empatia e il sogno coppa, così è tornato Special. Ecco perché a Roma ha già vinto

Ha vinto perché ha ricompattato un ambiente dilaniato negli ultimi anni tra lotte intestine, capace di dividersi anche sul crepuscolo del calciatore più importante della sua storia, frastornato dall'uno-due che hanno rappresentato gli addii di Totti e De Rossi

Mourinho, il trionfo dell'eroe in lacrime: empatia e il sogno coppa, così è tornato Special. Ecco perché a Roma ha già vinto
di Stefano Carina
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Venerdì 6 Maggio 2022, 10:55 - Ultimo aggiornamento: 20:14

Tutto in una notte. Condensata in novanta minuti nei quali Mourinho torna Special. Riporta la Roma in una finale europea dopo 31 anni, regala all'Italia la possibilità di vincere un trofeo per club dopo 12 (l'ultimo è legato proprio al suo nome, con la Champions incastonata nel triplete interista) e alla società giallorossa dà l'opportunità di porre fine ad un digiuno di successi che ormai dura da ben 14 anni (Coppa Italia del 2008). Ieri le quasi sessantaquattromila anime all'Olimpico (63.940), non si sono nemmeno accorte quando, al fischio finale, lui, José da Setubal, l'uomo dei 25 tituli e mezzo (appendice alla quale tiene, visto che non gli è stato permesso di giocare la finale della Carabao Cup conquistata con il Tottenham), è corso negli spogliatoi perché sopraffatto dall'emozione. A Tirana, il prossimo 25 maggio, 5114 giorni dopo Totti, Mourinho ha la possibilità di regalare un sogno ad una piazza ormai ai suoi piedi. Perché contro il Feyenoord, pur partendo con i favori del pronostico, potrà alzare la coppa o meno. Ma José, in cuor suo, già sa di aver vinto.

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ll risveglio

Ha vinto perché ha ricompattato un ambiente dilaniato negli ultimi anni tra lotte intestine, capace di dividersi anche sul crepuscolo del calciatore più importante della sua storia, frastornato dall'uno-due che hanno rappresentato gli addii di Totti e De Rossi.

Senza punti di riferimento e con personaggi a turno in cerca di un posto al sole, si è vagato alla cieca, aspettando qualcuno che potesse nuovamente prendere il testimone dell'identificazione. Alla fine è arrivato Mou, il 4 maggio scorso.

E in un solo anno, comunque caratterizzato soprattutto nella prima parte dalle continue restrizioni per il Covid, è stato capace di creare un'empatia tale che un milione di persone hanno deciso di abbandonare il comodo divano di casa per tornare allo stadio, mosse soprattutto dalla voglia di partecipare, di essere presenti. Ma la presenza dello Special, dà lustro anche al nostro movimento calcistico. Perché se è vero che è soprattutto la Roma ad averne beneficiato (affluenza, risultati, sponsor), l'intero movimento italiano è tornato ad avere un'attenzione mediatica altrimenti impossibile. «José fa parlare anche quando sta zitto», sorridono da Trigoria. Difficile dal loro torto.

 

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