Mourinho e la Roma: «È il progetto di tutti ma con dei regali sarei più stimolato»

Mourinho e la Roma: «È il progetto di tutti ma con dei regali sarei più stimolato»
di Stefano Carina
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Sabato 3 Luglio 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 12:17

L’aereo privato Gulfstream G650 pilotato dal presidente Dan, lo sbarco, la folla divisa tra Ciampino e Trigoria ad attenderlo: in tre scatti la prima giornata romana di Mourinho. Che nemmeno messo piede in città, si sente già a suo agio: «Vogliamo creare una Roma e un futuro vincente, qualcosa che duri nel tempo». Parla al plurale. Perché il discorso riguarda tutti: «C’è grande empatia, dal primo giorno. Questo non è il progetto dei Friedkin, di Mourinho o di Pinto, questo è il progetto dell’AS Roma». La chiarezza è una sua dote.

Mourinho e il suo programma

E mette quindi subito in chiaro un concetto fondamentale: «Se uno pensa che il progetto sia, ‘Domani arrivo e dopodomani vinciamo’...

beh, questo non è un progetto. Quello della Roma è un programma con il quale la proprietà intende lasciare un’eredità. Spero che questo successo possa arrivare mentre io sarò qui. Perché il contratto che ho firmato è un contratto triennale. Magari sarà solo il primo accordo, forse un giorno ne firmerò un secondo». Un assist degno di Totti al piano a medio-lungo termine dei Friedkin e ribadito a più riprese dal gm Pinto.

Mourinho è a Roma. L'arrivo nella Capitale con l'aereo pilotato da Friedkin. Lo Special One saluta i tifosi a Trigoria: «Daje Roma»


POLIZZA 
Poi, però, tra un sorriso e una battuta, Mou regala il titolo: «Per prima cosa, aspetterò che arrivino dei regali. Spero che la proprietà e Pinto mi facciano dei regali, perché ne sarei contento. Sarebbe uno stimolo in più per me. E mi darebbe un maggiore potenziale da sviluppare, con il quale iniziare il processo». Dichiarazioni mirate e volute. Appena sbarcato, lo Special One ha già voluto lanciare il primo input. Della serie: io sono qui, disponibile a crescere insieme. Da solo, però, non posso farcela. Voglio i calciatori. Musica per le orecchie di chi in città, dando uno sguardo all’impasse sul mercato (in via di definizione il trasferimento di Under e Pau Lopez al Marsiglia), iniziava a mugugnare. La polizza assicurativa d’ora in avanti si chiama José. Che non lascia nulla al caso. Dalle parole («Credo che i tifosi abbiano bisogno di vedere una luce. E per me la luce è quello che stiamo cercando di costruire per il futuro») ai gesti. Come quando, affacciato dalla terrazza del centro sportivo, ha indicato la lupa che campeggiava sulla sciarpa giallorossa personalizzata con le sue iniziali (JM). È bastato questo a far esplodere la folla. 


QUARANTENA-LIGHT 
Il Fulvio Bernardini che in questi giorni imparerà a conoscere benissimo. La Asl di riferimento, infatti, non ha concesso la deroga che alla Roma speravano e il tecnico sarà quindi costretto all’isolamento fiduciario. Per 5 giorni Mou dormirà a Trigoria ma essendo in possesso dell’European Pass (in dote per chi ha effettuato la seconda dose di vaccino) e avendo volato con aereo privato, avrà la possibilità di lavorare in spazi aperti, dunque anche dirigere il primo allenamento. Dovrà sottoporsi a 2 tamponi giornalieri (molecolare e antigienico), indossare la mascherina in ambienti chiusi ma potrà effettuare riunioni con il proprio staff, limitandosi a rispettare il distanziamento sociale. «Giocheremo qualche amichevole», ha assicurato. A Trigoria, il 18 luglio con la Reggina e il 25 con la Ternana. Poi, una volta in Portogallo (zona Faro, in Algarve) a fine luglio, due test con Siviglia e Betis. Tornati in Italia, l’8 agosto c’è il Craiova e prima del debutto in Conference League, un ultimo match. La grande attesa è finita. Ora parola al campo. E - Mou dixit - al mercato. 

 

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