E a nulla è servita la parziale retromarcia il giorno dopo, quando attraverso un tweet ha dichiarato di essere stato frainteso. Perché il destinatario delle sue stilettate, ovvero Mourinho, aveva già deciso di imporre la sua autorità con una doppia ritorsione: tribuna contro il Derby County (incontro di Coppa di Lega) e niente più fascia di capitano. A fine gara, in un ambiente già scosso dalla prematura eliminazione, Mourinho ha confermato la sua decisione, smentendo però uno scontro con Pogba: «Non c'è niente di vero. L'unica verità è che Paul non sarà più il secondo capitano. Ma nessuna ripercussione, nessun problema. La stessa persona che ora ha deciso che Paul non sarà più il secondo capitano è la stessa che gli aveva prima dato la fascia. Sono il manager, posso prendere queste decisioni, non devo spiegare». Anche perché Mou è il primo a sapere che in bilico ora c'è l'intesa stagione del Manchester United. E non solo perché Pogba non è l'unico all'interno dello spogliatoio ad avere qualche problema con il tecnico.
Le conseguenze potrebbero essere anche di mercato, dal momento che già la scorsa estate Pogba aveva chiesto la cessione.
Spinto dal suo agente Mino Raiola, vuole trasferirsi a Barcellona: anche così si spiegano certi suoi atteggiamenti irriverenti, al limite dell'indifferenza, verso la sua attuale squadra. Come le risate in tribuna, trasmesse via social dallo stesso francese, durante la gara con il Derby, come fosse un qualsiasi spettatore disinteressato alle sorti dell'incontro. In rete il suo comportamento è stato duramente criticato dai tifosi dei Red Devils, che però faticano anche a schierarsi incondizionatamente al fianco di Mourinho, mai entrato in perfetta sintonia con l'Old Trafford. Ed è per questo che un decano della panchina, Harry Redknapp, oggi si è sbilanciato: l'anno prossimo è molto improbabile anche solo uno dei due sarà ancora a Manchester.
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