dal nostro inviato BUDAPEST
«Resto con voi, punto». Anzi, no. O nì: «Resto ma merito di più». Prima in campo, poi in sala stampa. Siamo a Budapest. La Roma ha perso, la gente si dispera ma da unico, inimitabile sciamano, Mou si riappropria della scena. Non come chi è appena uscito sconfitto in una finale, perdendo una volta per tutte l'aurea di invincibile. Ma come chi, in uno slancio di generosità, tende la mano: ai suoi ragazzi, a un popolo, a un club. José Mourinho torna di colpo ad essere l'oggetto del desiderio, avvicinabile soltanto perché è lui a concedersi. «Sono stanco, ma», «Lunedì andrò in vacanza, però», sono segnali che lancia ad un destinatario preciso: i Friedkin. Paradossalmente una vittoria a Budapest lo avrebbe allontanato dalla Roma, vidimandogli il passaporto europeo per una delle big in cerca di un allenatore capace di vincere subito la Champions. Il Siviglia ha posto fine a queste velleità. E allora Roma torna d'attualità. Alle sue condizioni però.
APPUNTAMENTO IN VISTA
Tradotto: squadra competitiva - un centrale mancino, un esterno tutta fascia, un regista e un nuovo centravanti con la conferma dei suoi fedelissimi - più margine di decisione e qualcuno del club che lo affianchi nell'atavica lotta contro il mondo arbitrale (che potrebbe costargli, dopo le accuse a Taylor nella mix zone della Puskas Arena, una nuova squalifica).
Lo sarebbe per un allenatore normale, figuriamoci per uno Special come José. Uno che in passato, appena schioccava le dita, era ricevuto da Moratti, Abramovich, Florentino Perez e Pinto da Costa, con tutti gli onori del caso. Adesso non è più così. Anche l'ultimo amo lanciato mercoledì notte, ieri non ha trovato risposta. Per una volta, però, dovrebbe essere soltanto una questione di giorni. L'incontro - a meno di sorprese - ci sarà. Dopo la stretta di mano con Ryan alla Puskas Arena, José incontrerà Dan. Non bisogna per forza attendersi vertici stile G8. Per parlarsi, infatti, basterebbe che il tecnico salisse al secondo piano nell'ala ristrutturata e off limits voluta dalla proprietà a Trigoria. Sinora i Friedkin sono stati impermeabili alle sue punzecchiature. Rigidi nella loro visione imprenditoriale che non ammette deroghe.
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