Mourinho: «A Udine sarà durissima. Mercato? Manca un difensore. E c'è ancora qualcosina...»

Il tecnico alla vigilia di Udinese-Roma: «Camara non ha i 90 minuti nelle gambe. Nei nostri limiti abbiamo fatto un buon mercato. Il fair-play finanziario? Ancora non ci siamo»

José Mourinho in conferenza stampa
di Stefano Carina
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Sabato 3 Settembre 2022, 16:08 - Ultimo aggiornamento: 16:12

Alla vigilia del match di domani sera contro l'Udinese, José Mourinho torna a parlare in conferenza stampa. Il tecnico mette in guardia i suoi dalla squadra friulana («Sanno giocare, sono furbi, intelligenti, mi piacciono molto»), regala informazioni sulle condizioni di Camara («Non può giocare 90 minuti ma ha già sorpreso qualche compagno con la sua qualità ed è pronto a subentrare») e bacchetta in modo bonario il gm Pinto («Ieri è stato formidabile ma se fossi stato presente in conferenza quando ha detto che semmai dietro come centrale difensivo può giocare Cristante, gli avrei chiesto 'e poi chi gioca a centrocampo'?». Inoltre, uscendo dalla conferenza, a domanda diretta, si è lasciato sfuggire: «Se c'è qualche svincolato che potrebbe interessare? C'è ancora qualcosina...».

Di seguito la conferenza stampa integrale del tecnico portoghese.


Camara è pronto per giocare? Sono tutti a disposizione?

«Sì, eccezion fatta per El Shaarawy, Kumbulla, Zaniolo e Wijnaldum. Camara non ha i 90 minuti nelle gambe e non ha la conoscenza tattica del nostro metodo per iniziare una partita.

Ha già dimostrato la sua qualità, ha sorpreso qualche calciatore che non lo conosceva. Non è una sorpresa per noi, che lo conoscevamo. Parte dalla panchina, pronto a entrare se servirà. Udine è una partita molto difficile, una delle più ostiche, una squadra che sa giocare, furba, intelligente, sanno gestire i tempi della partita come vogliono loro. Sanno condizionare anche l'arbitraggio, una squadra che mi piace e che rispetto e che mi fa pensare che sarà un impegno difficile per noi». 

L'addio di Serena Williams cosa ha rappresentato per lei uomo di sport?

«Sportivi come Serena sono eterni. La storia li fa diventare eterni, di generazione in generazione quello che ha fatto non sarà dimenticato. Gente come lei sarà eterna anche quando smetterà di giocare».

Ritiene congruo quanto è stato applicato alla Roma come sanzioni dalla Uefa. Lei in passato parlò di due pesi e due misure.

«Non penso ci siano due pesi e due misure. È un meccanismo onesto che penalizza però troppo chi lo vuole fare in modo virtuoso. E in modo indiretto protegge chi non lo fa in modo virtuoso e tutela le squadre che sono già delle potenze. A livello competitivo non è un meccanismo di fair play, magari doveva avere un altro nome. Non può esistere fair play tra chi può spendere 300 milioni e chi invece 30. Alternative? Non è il mio compito, io alleno. Ma è difficile accettarlo perché la Roma con qualche milione in più potrebbe realmente sognare. E così diventa più difficile. Ad esempio mi piacerebbe avere Veretout o un quarto o quinto difensore centrale oppure Felix ma non è stato possibile perché abbiamo avuto un condizionamento nella nostra operatività».

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Tre trasferte, compresa la coppa, consecutive: in un calendario così compresso quanto sposta non giocare in Europa?

«È più difficile, chi gioca una gara a settimana lavora in modo differente. Io comunque per fortuna gioco da più di 20 anni le coppe europee e preferisco avere questo bel problema. Se hai una squadra con 2 giocatori per ruolo è più semplice, altrimenti diventa più difficile. Ritengo però che anche Gasperini preferirebbe giocare in Europa».

Ha valore essere primi dopo 4 giornate?

«No, è troppo presto. L'importante sono i punti che fai, ora non la guardo. Guardo soltanto a noi. Penso a vincere anche se il pareggio per come abbiamo giocato con la Juventus è stato positivo. Pensiamo sempre a vincere la prossima, senza pensare di giocare in casa o trasferta. Non abbiamo tanti giocatori per respirare, ci sono delle squadre che non hanno questo tipo di problemi. Finché si parla delle fasce o del portiere dormo sogni tranquilli. Ma poi per altri ruoli non è così. Ieri il direttore Pinto ha fatto una conferenza stampa perfetta, brillante ma se io fossi stato presente quando ha detto che semmai in emergenza può giocare Cristante, gli avrei chiesto: 'E poi chi gioca dopo a centrocampo'? Questi siamo noi. A me non piace piangere, sorrido. Complimenti al direttore e alla società perché nei nostri limiti abbiamo fatto bene. Spero però che mi possano aiutare un po' di più».

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Si possono ribaltare le gerarchie sulla fascia destra?

«Non ci sono gerarchie ma semplice tranquillità per me. Lo scorso anno non ho mai potuto fare quello che ho fatto a Torino, sostituendo Karsdorp a 15 minuti dalla fine o toglere 
Spinazzola dopo un tempo e mettere Zalewski. Sono calciatori con caratteristiche diverse che mi permettono di scegliere a seconda delle partite».

La Roma può giocare a quattro?

«La Roma può passare a quattro sempre e contro la Juve lo abbiamo fatto. C’era Kumbulla in panchina ed è stato un problema che abbiamo risolto durante la gara. In questo senso bisogna lavorare di più per essere più in confidenza con i moduli. A quattro possiamo iniziare anche. L’Udinese è molto forte, sono aggressivi, palle inattive. È una squadra difficile».

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