Roma, Mou sta in difesa: il reparto arretrato va sistemato. Presi 137 gol in due stagioni

Smalling e Ibanez (foto Gino Mancini)
di Stefano Carina
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Martedì 18 Maggio 2021, 07:30

Il derby non inganni. Perché il rischio che corre la Roma è che il successo contro la Lazio ammorbidisca il giudizio sulla stagione che si concluderà domenica, nella quale i giallorossi cercano ancora il pass per la neonata Conference League. Non bastano però 90 minuti per rivalutare una rosa che ha mostrato lacune fisiche, tecniche e di personalità. Spesso e volentieri una delle frasi più utilizzate in questo periodo dell’anno è: «Per la prossima stagione bisogna ripartire da...». In questo caso sarebbe meglio «ripartire con». La differenza apparentemente è in una preposizione. In realtà cambia drasticamente la prospettiva. Perché un conto è «ripartire da Dzeko». Un’altra «con Dzeko», al quale affiancare un centravanti. Ne va della competitività della squadra.

VIA-VAI
Discorso, quello relativo al bosniaco (preso come mero esempio), che si estende alla difesa. L’aver annullato Immobile, non cancella i 104 gol subiti in campionato in due stagioni (137 complessivi). Può regalare un sorriso, con il quale però si cresce poco. È chiaro che già con l’approdo di Mourinho, il reparto studierà movimenti diversi. A questi si aggiungerà almeno un rinforzo. La Roma (al netto di Jesus, che saluterà a parametro zero e Fazio, con le valigie pronte) quattro centrali li ha ma su questi sono in atto le dovute riflessioni. Fisiche per Smalling, tecniche per Ibanez, economiche per Kumbulla e Mancini. Se l’ex Atalanta è il perno sul quale a Trigoria vogliono ripartire, a seconda delle offerte uno degli altri tre (il designato appare il brasiliano) potrebbe venir sacrificato per far cassa e lasciar spazio al nuovo titolare.

Monitorato Ake, 26 anni, calciatore apprezzato anche per la sua poliedricità. Fattore non secondario considerando che nella sua carriera Mou non ha disdegnato spostare un centrale difensivo sulla fascia (Chivu all’Inter, Ivanovic al Chelsea). L’olandese gioca nel Manchester City ma ha trovato poco spazio: 787 minuti in Premier (10 presenze), 16 minuti in League Cup e 180 in Champions. Stipendio apparentemente proibitivo (5,3 milioni) reso accessibile dal Decreto crescita che riduce del 50% la tassazione al lordo. Provvedimento governativo che rende possibile anche Dier (Tottenham). La rivoluzione oltre che in porta - alla finestra per Maignan (Lille), Mendes offre Rui Patricio (Wolverhampton) ma continuano i contatti con Silvestri (Verona) - passerà anche per le fasce. Peres saluterà (firmerà per il Trabzonspor), in bilico Calafiori. Mourinho ama giocare normalmente con due laterali aventi caratteristiche diverse: uno spinge, l’altro resta. Era così nell’Inter del Triplete (Maicon-Chivu), nel Porto vincitore della Champions 2003-04 (Paulo Ferreira-Nuno Valente), nel Chelsea (Gallas-Del Horno), nello United (Valencia-Darmian) e nel Tottenham (Aurier-Davies): accadrà anche a Roma. Karsdorp (pre-convocato per l’Europeo con l’Olanda) s’è guadagnato la conferma. Spinazzola, visti i reiterati stop, verrà affiancato. Proposto D’Ambrosio (Inter), piace Dimarco (Verona), si studia Tavares (Benfica). Curiosità: domenica i Friedkin al Centrale del Tennis hanno incrociato Boniek. Quanto basta per alimentare delle indiscrezioni - su un futuro dirigenziale - che al momento non hanno trovato seguito.

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